In breve:

Archivi mensili: marzo 2015

Il Vescovo incontra gli operatori turistici

A S.Maria Navarrese, nella Sala Parrocchiale G.M.Garipa, la mattina del 23 marzo si è svolto l’incontro tra mons. Mura e gli imprenditori turistici della diocesi. Erano presenti una cinquantina di persone. Il Vescovo ha introdotto l’incontro annunciando l’inizio di una programmazione diocesana attenta al fenomeno turistico in collaborazione con tutti gli attori di questa importante attività. Per la Diocesi l’accoglienza è un valore primario che si concretizza in azioni vecchie e nuove che l’alimentino e la rendano sempre più efficiente. Sono seguiti gli interventi dell’assemblea alcuni hanno raccontato quanto si sta facendo per incrementare questo importante settore della nostra economia e le sofferenze e i ritardi della politica. Altri hanno espresso l’apprezzamento per le iniziative che la Chiesa ha messo in cantiere per affiancare il lavoro dei professionisti del turismo (P. S.).

Lanusei: con san Giuseppe festeggiati i papà

In occasione della festa di san Giuseppe, il 19 marzo, mons. Antonello Mura ha presieduto una solenne celebrazione che ha avuto luogo nella cappella dell’Istituto Maria Immacolata di Lanusei in cui operano le suore Figlie di san Giuseppe che vi tengono un’avviata Scuola dell’Infanzia. Erano presenti tutti i bimbi della Scuola accompagnati dai loro genitori. Nell’omelia, il Vescovo ha ricordato l’esempio della famiglia di Nazareth e, in particolare, la figura di san Giuseppe, alla cui scuola Gesù ha appreso l’importanza del lavoro e i valori del vivere sociale. Il Vescovo ha anche avuto parole di ringraziamento per il lavoro che le suore giuseppine svolgono a Lanusei a servizio delle attività pastorali e dell’infanzia. Al termine della Messa, i bambini hanno presentato alcuni canti e delle filastrocche con i quali hanno voluto ringraziare i propri papà dell’amore di cui li circondano.

Ussassai ringrazia il suo Vescovo

Mons. A. Mura, mercoledì 18 marzo nel tardo pomeriggio, ha reso visita alla nostra comunità. Ringraziarlo sarebbe stato sentito, per noi, come un dovere comunque ma, considerata l’ora così tarda e la distanza fra Ussassai e Lanusei e quindi per l’aver volontariamente aggiunto alla fatica della missione la stanchezza del viaggio, sentiamo di doverlo ringraziare doppiamente.
L’avere ricevuto le sue attenzioni e sentito il suo saluto è per noi motivo di sincera gratitudine. Il suo intervento volto a conoscere ed incoraggiare la comunità, la franchezza nel porre i quesiti che le stavano a cuore, il voler conoscere di prima mano la “consistenza” della fede vissuta dalla comunità, il voler verificare la solidità delle basi della vita come comunità di fedeli ( quanti catechisti?, quanti componenti del consiglio pastorale?, quanti delle associazioni? ) fa di Lei “un pastore con l’odore delle sue pecorelle”; una guida interessata al bene e alla salute del suo popolo credente. Nessun discorso farcito di fronzoli, nessuna parola o concetto altisonante bensì, solo esortazioni volte ad incoraggiare ed indicazioni basilari per una vita comunitaria di fede e di carità.
Le difficoltà economiche connesse alla ristrutturazione della nostra chiesa verranno certamente superate anche e soprattutto grazie al suo interessamento; il decoro della casa del Signore sta a cuore a tutti, nessuno escluso.
Ma, se sarà compito non facile reperire i fondi necessari per la sistemazione di una “chiesa di pietra”, quanto più arduo sarà trovare gli strumenti validi per “restaurare” una comunità di credenti del XXI° secolo immersa nelle contraddizioni di una vita quotidiana piena di incertezze? A volte noi cristiani cerchiamo di trovare dei responsabili del nostro supposto malessere in sacerdoti che non si occuperebbero delle comunità loro affidate nel modo che vorremmo noi, secondo i nostri insindacabili desideri, opinioni e luoghi comuni, piuttosto che ricercare e riconoscere le cause della nostra insofferenza nelle nostre stesse azioni di ieri e di oggi. Certo sarebbe bello poter rivivere le comunità parrocchiali guidate da sacerdoti che siano fulcro, luce e riferimento per piccoli, adolescenti ed adulti, oltre che guida spirituale ed amministratore dei sacramenti. Ma, è lecito domandarsi, la società di oggi, che privilegia l’apparire a l’essere, accetterebbe di buon grado una figura di sacerdote con le caratteristiche su descritte? Oppure potrebbe essere, per una parte di noi cristiani, solo semplice nostalgia di tempi ormai trapassati e che riemergono quando siamo in difficoltà e non riusciamo da soli a trovare sollievo alle nostre pene, paure ed incertezze?
Crediamo che l’essere umano, in qualità di creatura di Dio, sia un essere meraviglioso, capace di grandi cose ma, diventi risibile quando pretende che Dio agisca nella storia e nella vita di ogni singolo secondo non il proprio disegno bensì, secondo la volontà, i desideri ed i presunti bisogni dell’egoismo umano.
Signor Vescovo, la piccola ma generosa comunità di Ussassai sente il bisogno di essere, di quando in quando, ravvivata dalla Sua presenza e dalle sue parole di conforto ed incoraggiamento ed è con l’augurio di riaverlo fra noi quanto prima che le rinnoviamo i nostri ringraziamenti e le porgiamo i più calorosi saluti.
Giovanni Puddu

Ussassai ringrazia il suo vescovo

Mons. Antonello Mura, mercoledì 18 marzo nel tardo pomeriggio, ha reso visita alla nostra comunità. Ringraziarlo sarebbe stato sentito, per noi, come un dovere comunque ma, considerata l’ora così tarda e la distanza fra Ussassai e Lanusei e quindi per l’aver volontariamente aggiunto alla fatica della missione la stanchezza del viaggio, sentiamo di doverlo ringraziare doppiamente. L’avere ricevuto le sue attenzioni e sentito il suo saluto è per noi motivo di sincera gratitudine. Il suo intervento volto a conoscere ed incoraggiare la comunità, la franchezza nel porre i quesiti che le stavano a cuore, il voler conoscere di prima mano la “consistenza” della fede vissuta dalla comunità, il voler verificare la solidità delle basi della vita come comunità di fedeli ( quanti catechisti?, quanti componenti del consiglio pastorale?, quanti delle associazioni? ) fa di Lei “un pastore con l’odore delle sue pecorelle”; una guida interessata al bene e alla salute del suo popolo credente. Nessun discorso farcito di fronzoli, nessuna parola o concetto altisonante bensì, solo esortazioni volte ad incoraggiare ed indicazioni basilari per una vita comunitaria di fede e di carità. Le difficoltà economiche connesse alla ristrutturazione della nostra chiesa verranno certamente superate anche e soprattutto grazie al suo interessamento; il decoro della casa del Signore sta a cuore a tutti, nessuno escluso. Ma, se sarà compito non facile reperire i fondi necessari per la sistemazione di una “chiesa di pietra”, quanto più arduo sarà trovare gli strumenti validi per “restaurare” una comunità di credenti del XXI° secolo immersa nelle contraddizioni di una vita quotidiana piena di incertezze? A volte noi cristiani cerchiamo di trovare dei responsabili del nostro supposto malessere in sacerdoti che non si occuperebbero delle comunità loro affidate nel modo che vorremmo noi, secondo i nostri insindacabili desideri, opinioni e luoghi comuni, piuttosto che ricercare e riconoscere le cause della nostra insofferenza nelle nostre stesse azioni di ieri e di oggi. Certo sarebbe bello poter rivivere le comunità parrocchiali guidate da sacerdoti che siano fulcro, luce e riferimento per piccoli, adolescenti ed adulti, oltre che guida spirituale ed amministratore dei sacramenti. Ma, è lecito domandarsi, la società di oggi, che privilegia l’apparire a l’essere, accetterebbe di buon grado una figura di sacerdote con le caratteristiche su descritte? Oppure potrebbe essere, per una parte di noi cristiani, solo semplice nostalgia di tempi ormai trapassati e che riemergono quando siamo in difficoltà e non riusciamo da soli a trovare sollievo alle nostre pene, paure ed incertezze? Crediamo che l’essere umano, in qualità di creatura di Dio, sia un essere meraviglioso, capace di grandi cose ma, diventi risibile quando pretende che Dio agisca nella storia e nella vita di ogni singolo secondo non il proprio disegno bensì, secondo la volontà, i desideri ed i presunti bisogni dell’egoismo umano. Signor Vescovo, la piccola ma generosa comunità di Ussassai sente il bisogno di essere, di quando in quando, ravvivata dalla Sua presenza e dalle sue parole di conforto ed incoraggiamento ed è con l’augurio di riaverlo fra noi quanto prima che le rinnoviamo i nostri ringraziamenti e le porgiamo i più calorosi saluti. Per la comunità Ussassai 20/03/2015 Puddu Giovanni

poste3

Lo Stato in fuga. Verso il deserto prossimo venturo

A Loceri le mamme degli alunni delle scuole medie sono agguerrite e determinate a opporsi al progetto di soppressione della scuola con una riflessione inoppugnabile: “da noi – affermano – la popolazione scolastica è in crescita”.

Papa: saluta lavoratori 'Meridiana'

Il lavoro che non c’è. E se ricominciassimo da noi?

di Tonino Loddo

Da che mondo è mondo o, almeno, da quando ci ha provato Adamo, quello dello scaricabarile è uno dei mestieri più praticati del mondo: la colpa di tutto ciò che di non positivo accade intorno a noi è sempre degli altri. Tutto e puntualmente. Ciò vale anche per il lavoro che non c’è.