In breve:

I Maestri e la Terra

Dida. Un'opera di Maria Lai

di Luisella Cannas e Claudia Contu
L’opera d’arte ci viene incontro se facciamo silenzio (M. Lai)

Si intitola “I Maestri e la Terra” la mostra allestita alla Stazione dell’Arte di Ulassai che sta raccogliendo consensi regionali e nazionali. Inaugurata lo scorso maggio, sarà visitabile per tutto il mese di ottobre, con una possibile proroga fino a dicembre.
Due mostre in una sola esposizione: Maria pittrice, disegnatrice scultrice e i suoi maestri. C’è Martini, cattedratico all’accademia di Venezia, presenza ingombrante e determinante nella formazione della Lai tra il 1943 e il 1946 e c’è Mazzacurati esponente di spicco della Scuola Romana, suo insegnante di figura e modellato al Liceo artistico di Via Ripetta a Roma tra il 1939 e il 1942.
I nuovi allestimenti, oltre a dare alla Stazione dell’Arte un posto di primissimo piano nel panorama nazionale museale (Martini e Mazzacurati furono infatti, grandissimi artisti del secolo breve, mai esposti prima in Sardegna), consolidano oltremodo il ruolo di Maria Lai quale interprete tra le più intense nel mondo della ricerca estetica contemporanea. Un’artista lontana dalle mode, difficilmente riconducibile ad un gruppo o a un movimento, il cui carisma l’ha consacrata nell’empireo dei grandi nomi del ventesimo secolo.
Il percorso espositivo “I Maestri” si propone di raccontare le sperimentazioni artistiche di tre maestri dell’arte italiana del ‘900: Arturo Martini, Renato Marino Mazzacurati e Maria Lai. La mostra fruibile in due sale, lega, ma al contempo diversifica, le opere dei tre, attraverso l’accostamento di Paesaggi profondamente diversi nel segno, nel materiale e nelle tinte. Gli esiti scultorei in bronzo, terracotta smaltata, gesso e plexiglass mostrano l’accostamento di Martini ad un gusto-arcaico mitico che fece grande presa nelle nuove generazioni di scultori degli anni ’30: “La modernità non esiste. L’eternità cercavo”, l’eclettismo di Mazzacurati: “La cultura può essere eclettica, l’ignoranza mai” e la poliedricità di Maria Lai: “Ogni materia merita di essere guardata come se fosse oro”.
Il percorso espositivo “La Terra” racconta invece il viaggio dell’artista ogliastrina nei luoghi natii, che rivivono nei disegni a matita e a china, sorprendenti per la feroce icasticità del segno, che definisce con pochi tratti vigorosi e netti, un ambiente, uno spazio e un gesto. I Telai, topos della produzione della scultrice Maria e opere seminali di un lungo percorso, da disegni e pitture divengono oggetti scultorei che imprigionano luci, trattengono memoria del fare e dei luoghi, si impongono come presenze forti nell’ambiente che condizionano connotandolo e scandendolo in senso ritmico e metrico.
Le due sale che ospitano la mostra denominata “La Terra”, rappresentano anche un primo e ben riuscito tentativo di museo partecipato, giacché le opere in esposizione, sono state date in prestito alla Fondazione, con grande atto di generosità, da amici, parenti ed estimatori della Lai tutti residenti in Ogliastra.

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