In breve:

Il suo sogno: un’Ogliastra più istruita. La scomparsa di Ugo Pirarba

ugobis

di Giacomo Mameli.
Bisogna tornare a Orgosolo, a una mattina del gennaio del 1982, quando – convegno sulle Terre pubbliche e il lavoro – Luciano Lama e Ugo Pirarba tracciano il futuro delle zone interne dell’isola. Parlano in un ambiente difficile, tormentato prima da un banditismo irriducibile e già deluso dalla fase calante di una industrializzazione forse ben pensata ideologicamente ma pessimamente gestita nella pratica. «Vogliamo l’industria, ma non questa industria incapace di creare redditi e buste paga durature». E poi un attacco severo contro «i manager pubblici e privati della chimica» aveva detto il leader nazionale della Cgil. «Vogliamo una Barbagia, un Supramonte dove l’ambiente crei ricchezza, con un Gennargentu polo d’eccellenza delle bellezze naturali. Ma questo traguardo va tagliato con più alti livelli di istruzione, con nuove professionalità, con una classe dirigente consapevole e meno connivente con le resistenze locali», aveva aggiunto l’allora segretario generale Cisl sarda.
Una visione politica alta quella di Ugo Pirarba (Arzana 11 settembre 1929 – Cagliari 15 luglio 2017), sicuramente uno degli intellettuali più raffinati della Sardegna contemporanea e che all’apparire, alle prime pagine dei giornali, all’onnipresenza verbosa preferiva l’analisi ponderata, lo studio dei problemi.
Cattolico molto vicino alle posizioni del cardinale Carlo Maria Martini, grande lettore di Jacques Maritain, entusiasta della pedagogia sociale di don Lorenzo Milani, Ugo Pirarba si forma nella semplicità di una famiglia ogliastrina. Elementari ad Arzana, medie a Cagliari dove si diploma e fonda subito la sezione sarda del Sism (sindacato italiano scuola media) dopo aver insegnato alcuni anni al Nautico di Carloforte. Qui conosce la moglie, Dolores, che gli resterà vicino tutta la vita seguendolo prima a Roma (segreteria nazionale della scuola), a Cagliari quando diventa leader regionale Cisl, poi Firenze (direzione della scuola di formazione del sindacato, l’università della Cisl). Di nuovo a Cagliari dove nel 1992 è chiamato dal presidente Antonello Cabras a gestire l’assessorato regionale all’Agricoltura. È un momento di svolta per pastori e agricoltori perché «L’’assessore capisce e conosce i problemi di chi vive in campagna».
Ammiratore di Enrico Berlinguer per la questione morale, a Cagliari sta vicino alla chiesa sociale. Con Vasco Paradisi – da laico – è tra i fondatori della Scuola di fede e coscienza politica. Segue l’attività della Pontificia Facoltà Teologica di via Sanjust. È tra i relatori più apprezzati nell’isola quando ci sono da presentare libri o da sviluppare temi economico-sociali. Insisteva sulla necessità di «elevare i livelli di istruzione e di coscienza civica». Era legato all’Ogliastra («un ambiente che invita alla meditazione) dove ogni estate, con la moglie, passava le vacanze. È stata una voce tanto critica quanto autorevole, poco incline al facile consenso. Preferiva far pensare. Con un grande sogno: «Un’Ogliastra, una Sardegna più istruita».

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