In breve:

Manuela Mameli: il canto, che passione

Manuela Mameli

di Augusta Cabras.
Giovanni Mameli , nonno di Manuela, era un cantadore. Con su sonettu e la sua voce rallegrava le serata in occasione delle feste o di incontri informali. Forse Manuela, e suo fratello Giovanni, batterista venticinquenne, hanno ereditato dal nonno questa passione per la musica. Tra i vari impegni di Manuela c’è la direzione del Coro Polifonico Santa Lucia di Triei e l’insegnamento di canto moderno e corale nell’Ass. Le Ginestre, con il delicato compito di far emergere e crescere il talento di chi sente per la musica un amore profondo.

È verosimile pensare che Manuela Mameli, appena nata, non abbia pianto come fanno i bambini quando varcano la soglia del mondo, ma abbia cantato. Un bel vocalizzo in quel giorno di maggio del 1988, un do-re-mi-re-do, così, tanto per iniziar bene. Perché davvero Manuela non ricorda un tempo della sua vita che non sia stato accompagnato dalla musica. A partire dall’ascolto di quelle musicassette scelte, custodite e ascoltate dai genitori. Manuela è piccolissima eppure quelle melodie la incantano. Da Lucio Battisti a Joe Cocker, da Baglioni ai Police. Appena impara a scrivere, fa seguire all’ascolto dei brani la trascrizione dei testi: parola per parola, verso dopo verso. C’è tutto in questo gioco musicale della piccola Manuela: musica, testi trascritti e via via anche la sua voce pronta a ripetere i versi e a disegnare le armonie. Ogni oggetto in casa si trasforma in microfono, il soggiorno diventa palcoscenico, tempo e luogo dei sogni, in attesa di calcare quello vero. La prima occasione per salire su un vero palcoscenico per cantare con un microfono (vero) per un pubblico che applaude, è il Festival del Bambino, a Triei. Manuela ha 7 anni, l’emozione è fortissima e il ricordo ancora oggi le illumina lo sguardo. I suoi genitori comprendono che per Manuela la musica non è solo lo sfondo delle sue giornate o la colonna sonora di momenti speciali ma è in lei, sempre, continuamente, con una passione crescente che coltiva con impegno, dedizione e senso di responsabilità abbastanza raro per l’età.
In quegli anni a Triei, così come ancora oggi, c’è un bel fermento musicale con tanti musicisti appassionati e qualche band. Manuela fa il suo primo incontro importante proprio allora e il suo primo maestro è il batterista Ercole Monni. Con lui muove i primi passi nel mondo della band; è lei la voce de I labirinto, gruppo musicale composto da batteria, chitarra e tastiera. Manuela ha circa 14 anni. In uno scantinato ben allestito si provano musiche e arrangiamenti misti a risate e tanto divertimento che segnano i pomeriggi di un’adolescenza piena di scoperte e di passione. Quella stessa che l’accompagna nelle prime serate fuori porta, nei paesi vicini e nei piano bar, sotto l’occhio vigile dei genitori che l’accompagnano sempre, nonostante le distanze da percorrere, nonostante la stanchezza che, oltre la mezzanotte, inizia a farsi sentire. Sono anni di serate, concerti, concorsi, provini. Manuela cresce e oltre la musica c’è sempre la scuola, le lezioni studiate con la radio accesa e poi il diploma di ragioneria a cui segue una scelta importante che si rivelerà essere una svolta. Manuela decide, supportata sempre dalla famiglia, di iscriversi al Conservatorio di Cagliari. Fa l’audizione per accedere alla Scuola di Jazz e frequentare il triennio di canto e viene ammessa. È il momento di cambiare vita, a partire da una città ancora tutta da scoprire, nuovi amici da conoscere, nuovi studi da intraprendere, non senza qualche difficoltà perché la scuola e la nuova vita sono impegnative…

(Continua…)

Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.

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