In breve:

Sofia, mamma amorosa dei terteniesi

Santa Sofia

di Gabriella Loi.
Credo sia impossibile trovare a Tertenia un adulto o un bambino che non conosca a memoria questi versi: “Santa Sofia amorosa, mamma de tres fizas santas, a sas fizas totu cantas, accansa gloria diciosa”.
Appartengono a is gocius scritti dal canonico Pietro Casu dedicati a Sofia, la Santa martire romana vissuta nel secondo secolo e tanto cara ai terteniesi. Ogni anno l’1, il 2 e il 3 settembre si rinnovano le celebrazioni in suo onore. Due comitati si occupano di organizzare al meglio i festeggiamenti. Uno formato da quarantenni e ventitreenni e un altro nominato dai componenti di quello uscente. Il secondo comitato, formato esclusivamente da persone di sesso maschile, si occupa unicamente della serata dedicata alla poesia estemporanea. In questi tre giorni il paese si anima di gente proveniente dai paesi vicini e dai vacanzieri ancora presenti nella suggestiva marina di Sarrala. Per la gioia dei più piccoli arriva il Luna Park itinerante che si ferma, a volte, anche più di una settimana.
È ancora in uso per l’occasione, cosi come per altre feste importanti, preparare piatti tipici. Dolci e pani pintau da offrire ad amici e conoscenti. Particolarmente graditi dagli ospiti sono culurgionis e cocoi de patata che non mancano mai nel pranzo della festa.
Il giorno della vigilia il simulacro di Santa Sofia lascia la chiesa parrocchiale e in processione raggiunge la chiesa campestre che sorge sul monte Giuilea in località Bidda e Susu. L’edificio, costruito in stile molto semplice, si è conservato fino ai giorni nostri in ottimo stato. Scendendo per alcune decine di metri una ripida strada, a sinistra della chiesa si trova sa Funtana de Santa Sufia, una sorgente da cui sgorga un’acqua freschissima alla quale, in passato, si attribuivano speciali poteri curativi.
Il pomeriggio seguente, dopo la celebrazione della Santa Messa, la Santa fa rientro in parrocchia, accompagnata come il giorno precedente da numerosi fedeli e dall’immancabile suono delle launeddas, is bisonas, così gli anziani chiamano l’antico strumento musicale.
La sera del terzo giorno viene celebrata, nel tardo pomeriggio, la Messa solenne seguita dalla processione per le vie del paese. Nel 2019 la processione si è svolta con un importante cambiamento: dopo più di 60 anni dalla sospensione, è stata ripristinata un’antica tradizione che coinvolgeva gli abitanti di Gairo. Il simulacro della Santa, infatti, è stato portato in spalla da alcuni membri del gruppo folk del paese montano.
Ad aprire il corteo sacro numerosi cavalieri del paese e anche dei centri vicini. Sono presenti diversi gruppi folkloristici, compreso quello di Tertenia che nel lontano 1977, al momento della fondazione, scelse di chiamarsi con il nome della martire. Un gran numero di fedeli prende parte al corteo, tra loro tanti gli emigrati che affrontano spesso lunghi viaggi per far rientro al paese e assistere alla festa.
La via principale si anima di tanti venditori, bancarelle traboccanti di torroni, dolciumi, prodotti di artigianato sardo. Abili mani si occupano di abbellire il percorso processionale con vasi di fiori, rami di palme, nastri colorati. Le donne espongono alle finestre i pezzi più belli del proprio corredo: tappeti, tovaglie e lenzuola ricamate a mano. Soprattutto nel centro storico, sovente effettuano un ulteriore atto di omaggio a Sofia, preparando sa ramadura: ricoprono la strada con petali di rosa, rami di menta selvatica e alloro che sprigionano tutto il loro intenso e gradevole profumo.
Rientrati nella chiesa Parrocchiale, in un’atmosfera di grande commozione, si prega con is gocius al suono delle launeddas. Il canto di queste preghiere devozionali segna la fine dei festeggiamenti religiosi.
La sera è tutta per i momenti di convivialità, tra fuochi d’artificio e intrattenimento nei diversi rioni del paese. In piazza Funtanedda, cuore del centro storico, per gli amanti della poesia sarda estemporanea, si esibiscono i più bravi cantadoris de ottava dell’isola. Nella piazza dell’ex scuola materna, invece, per i più giovani e non, si ascolta musica contemporanea.
A causa della pandemia, per il secondo anno consecutivo, in rispetto alle norme anti-Covid tutte le manifestazioni pubbliche sono state sospese e con loro anche il canto de is gocius.
Ma questa strofa basterà soltanto sussurrarla perché la tanto amata Sofia veda le suppliche custodite nei cuori dei suoi fedeli e interceda per loro: “O Sofia nos curvamus a tie, tottu in ammiru, cun isperu e cun regiru sas grassias ti dimandamus e cantu nezessitamus accansa nos amorosa”.

Leggi l’articolo integrale sul numero di Settembre de L’Ogliastra

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