In breve:

25 maggio: festa diocesana della famiglia

Festa famiglia

di Iosè Pisu.

Alla festa del 25 maggio, organizzata dall’equipe dell’Ufficio pastorale familiare guidata da Don Battista Mura e dai coniugi Giuseppina Nieddu e Giovanni Pischedda, hanno partecipato circa 35 famiglie provenienti da diverse comunità della diocesi

Durante la mattina i partecipanti, accolti nel Teatro Tonio Dei a Lanusei, hanno potuto ascoltare le riflessioni preziose del direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per la pastorale della famiglia, Padre Marco Vianelli, che ha presentato una lettura originale della figura simbolica di Noè (Genesi 6-9), “il salva-gente” di Dio.

Ricordando che la Bibbia è Parola di Dio che sempre parla alla nostra vita, sono stati tanti gli spunti di riflessione offerti a partire dalla questione cruciale: da dove viene il male? E cosa fa Dio di fronte al male? La lettura attenta della vicenda di Noè ci dimostra come Dio, nonostante soffra per l’uso sbagliato che l’uomo fa della sua libertà, permette anche l’esistenza del male, ma non si lascia paralizzare da esso. Nella realtà corrotta, Dio vede Noè il giusto, lo sceglie, lo ama. Noè ricorda a Dio che l’umanità può ancora stupirlo nel fare il bene. Si fida di Dio, lo ascolta, crede nel sogno di Dio e lo aiuta a realizzarlo, lo segue nonostante tutti lo prendessero per pazzo e nonostante la sua fragilità.

Queste considerazioni e alcune domande poste da Padre Marco hanno stimolato il successivo dibattito: noi ci sentiamo visti da Dio? Come guardiamo il mondo che ci circonda? Qual è lo sguardo che abbiamo verso Dio? Riconosciamo il sogno di Dio sulla nostra famiglia? Quali sono i nostri sogni sulla famiglia? Chi sono i nostri compagni di viaggio? Ci diamo il tempo per costruire assieme i nostri sogni? Come stiamo nel “diluvio”? Chi porta o ha portato nella nostra vita segni di speranza? Come rendiamo grazie nella nostra vita e di cosa? Cosa abbiamo provato nel prenderci cura dei nostri genitori? Chi si prende cura della nostra vulnerabilità? Domande che, se accolte, aiutano a trovare la via per affrontare i vari “diluvi familiari” odierni.

Al pomeriggio – dopo il pranzo condiviso nel salone dell’istituito salesiano –, accompagnati dal vescovo Antonello, tutti si sono recati in pellegrinaggio penitenziale verso la Cattedrale, chiesa Giubilare della diocesi. Dopo la riflessione sul brano tratto dall’evangelista Giovanni, sono seguite le confessioni e la Santa Messa presieduta dal vescovo e concelebrata da alcuni sacerdoti presenti.

Il vescovo nell’omelia, ricordando il senso del giubileo, ha ringraziando a nome della Chiesa tutte le famiglie «per quello che siete e per quello che fate», riconoscendone il valore fondante della società, nonostante le difficoltà che si incontrano, considerate segno prezioso di speranza per il mondo.

Secondo l’invito di Papa Francesco nella bolla di indizione dell’anno giubilare, lasciamo che le nostre case e i legami che le abitano siano attratti dalla speranza e che, questa stessa, attraverso di noi «diventi contagiosa per quanti la desiderano». Portiamo nel cuore questa certezza, sicuri che Dio Padre continua ad amare e sostenere la famiglia, testimone di speranza e di riconciliazione.

Ringraziamo tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito a rendere bella questa giornata.

L’Ufficio di pastorale familiare anche quest’anno organizza dall’1 al 3 agosto il campo famiglie a Bau Mela aperto a tutte le famiglie della diocesi. Per informazioni rivolgersi al proprio parroco o contattare i seguenti recapiti: 347.2383787 (Pinuccia); 347.1929665 (Iosè). Invitiamo tutti a divulgare questa iniziativa.

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