In breve:

“Casa di Max”, un rifugio sicuro

Casa di Max

di Barbara Tavera.

Il rifugio Casa di Max è una struttura attiva nelle campagne ogliastrine, a Lanusei, curata da Barbara Pistis e si occupa di curare cani fragili e abbandonati. Ce lo racconta una volontaria, Barbara Tavera, che presta il suo servizio nel rifugio

Ho iniziato a fare volontariato nel rifugio creato a Lanusei da Barbara Pistis, qualche anno fa, subito dopo la pandemia. Desideravo offrire il poco tempo libero dal lavoro, a una buona causa e quando ho sentito parlare di questa ragazza, che da sola era riuscita a salvare tanti animali, a offrire loro un posto sicuro dove vivere, a farli riprendere dopo gravissimi traumi, a farli diventare da animali aggressivi e pericolosi – come venivano descritti da chi, solo per comodità, avrebbe voluto sopprimerli – a esseri docili e amorevoli, ho pensato di aver trovato la persona giusta.

In questi anni è nato il rifugio Casa di Max, che è ancora in via di costruzione, poiché Barbara riesce a occuparsi dei suoi animali e a garantire loro ogni giorno cibo e cure mediche, solo ed esclusivamente grazie alle donazioni di persone sensibili che, anche da lontano, contribuiscono alla cura di questi esseri indifesi, inviando denaro, coperte, cibo, medicine.

Ci sono periodi più difficili in cui gli abbandoni si moltiplicano, i cani si ammalano e hanno bisogno di cure, devono essere sterilizzati, oppure vengono soccorsi, feriti gravemente in strada, in grotte sperdute, in dirupi in cui è difficile accedere e allora le donazioni diventano una goccia nel mare, allora ci si sente particolarmente soli e spaventati, in balia di difficoltà insormontabili. Ma lei non si perde mai d’animo e questa sua forza e determinazione, in questi anni, ha attirato persone buone e coraggiose, persone su cui poter contare: alcuni amici tedeschi, che dopo aver frequentato il rifugio e adottato cani, hanno fondato una associazione per aiutare Casa di Max; diverse persone del luogo e tanti altri in tutta Italia, che con gesti concreti sostengono la causa di Barbara. E così l’impossibile diventa possibile e la disperazione lascia spazio alla fiducia.

Tuttavia per finire i lavori, garantire a queste creature la vita che meritano e magari creare un ambiente di integrazione sociale, in cui attivare dei percorsi di pet-terapy, per anziani, bambini e persone in difficoltà, servirebbe un aiuto anche da parte dei Comuni, quegli stessi che dal lavoro instancabile e gratuito di Barbara traggono grande beneficio.

In questi anni Barbara ha salvato centinaia di cani e regalato una vita meravigliosa a tantissimi che hanno avuto la fortuna di essere adottati da famiglie amorevoli, ma la piaga del randagismo, l’ignoranza, l’idea atavica che gli animali siano come oggetti da sfruttare e buttare via quando non servono più, a tratti rende lo sforzo di rimediare alla crudeltà e alla mancanza di empatia di molti, superiore alle nostre forze.

Essere umani per molti equivale solo all’appartenere alla razza umana, che ha una idea del mondo presuntuosamente antropocentrica; in verità è proprio il possesso della ragione che ci dovrebbe rendere umili, pienamente responsabili dei nostri gesti, protettivi e rispettosi verso chi questo mondo lo abita, con il nostro stesso diritto di vivere bene e in pace.

San Francesco diceva: «Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani». Mai come in questo tempo e nella nostra terra, questa affermazione risuona come una profezia. Riconosciamoci di nuovo come parte di un tutto, rispettiamo gli altri esseri, tutti, soprattutto i più deboli, riappropriamoci dell’unico, vero primato umano, quello della ragione al servizio del mondo e delle sue creature. Solo così saremo degni di essere chiamati umani.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>