In breve:

Perché la Costituzione non resti lettera morta

Bandiera

di Giusy Mameli.

Ogni anno il mese di maggio è dedicato alla memoria storica, complici le ricorrenze drammatiche delle stragi di mafia.

Grazie al presidio di legalità – come viene spesso definito il Tribunale –, anche in Ogliastra le iniziative si sono moltiplicate coinvolgendo il Foro locale. Il Presidente in carica, l’avvocato Vito Cofano, è intervenuto con altri colleghi insieme a Paola Del Monte, Procuratrice della Repubblica e alla sua sostituta, Giuseppina Morra, in un progetto di legalità, una simulazione del processo nelle classi quinte della Scuola primaria Centrale di Tortolì.

È importante che fin da bambini ci si avvicini alle Istituzioni per maturare una coscienza civica e percepire lo Stato più vicino ai cittadini. Negli anni passati il Consiglio dell’Ordine degli avvocati – in particolare sotto la presidenza dell’avvocato Gianni Carrus, con la collaborazione dei magistrati, delle forze di polizia del territorio, delle Amministrazioni locali e delle Istituzioni scolastiche – ha promosso azioni volte a sensibilizzare i giovani e innovare la formazione (comprese l’alternanza scuola-lavoro nei Licei di Lanusei e di Tortolì). Sono progetti consolidati e altamente qualificanti, comprese le testimonianze di persone a vario titolo protagoniste degli eventi storici più importanti.

Non dimentichiamo le mobilitazioni popolari degli anni scorsi a difesa dei presidi sanitari (l’Ospedale) e giudiziari (il Tribunale e la Casa Circondariale) che ciclicamente siamo chiamati a difendere da notizie di soppressione o depotenziamento.

Intanto, è di questi giorni la notizia che Massimiliano Tuveri – chirurgo di chiara fama – non opererà all’ospedale Brotzu di Cagliari, ma ripartirà da Lanusei, con buona pace dei pochi detrattori e della contraddizioni burocratiche-sanitarie sarde (per usare un eufemismo). Possibile che la legalità venga posta in secondo piano anche nel sistema pubblico? Avremo presto possibilità di riparlarne ma, al di là delle singole vicende, dobbiamo chiederci quale etica sovrintende a certe incomprensibili e illogiche, per non dire illegittime, decisioni.

Non possono avvallarsi prassi contabili dei diritti e dei bisogni delle popolazioni: una pericolosa deriva utilitaristica priva di etica solidaristica. Per fortuna la Chiesa ha sopperito a talune carenze dello Stato (vicina ai cittadini anche nelle battaglie sociali irrinunciabili, per il lavoro, la salute, l’istruzione, la giustizia), fornendo risposte in tempi più brevi anche con soluzioni momentanee ma importanti (ad esempio l’aiuto economico ai cassintegrati della Cartiera di Arbatax o la rivisitazione del sistema Caritas, che sta sostenendo chi si trova in situazioni, anche momentanee, di indigenza). Cercare di mantenere alta l’attenzione sui diritti legittimi delle cosiddette periferie (che poi periferie non sono perché paghiamo le tasse e pertanto abbiamo – in teoria – gli stessi diritti del resto d’Italia), promuovere legalità, equità sociale a prescindere dai numeri: fa sì che la Costituzione non resti lettera morta.

La cultura della legalità non fa parte integrante del nostro vivere quotidiano, dati i fatti di cronaca sempre attuali di varia criminalità. Si tratta di tematiche sviscerate spesso nell’ambito degli incontri della Pastorale del Turismo, che ogni anno non manca di richiamare l’attenzione. Dobbiamo fare in modo che l’emozione non si fermi alle commemorazioni e ai convegni, ma si trasformi in coscienza illuminata e partecipazione consapevole.

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