In breve:

Carlo e Pier Giorgio. Santi

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di Claudia Carta.
«Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti, giorno dopo giorno, vedo la santità della Chiesa militante.Questa è tante volte la santità della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio».

Così Papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et exultate, sulla chiamata alla santità nel mondo moderno.

Carlo e Pier Giorgio. Due vite semplici, ma intense. Due ragazzi come tanti, ma unici. Lo sport, la montagna, i libri. E poi il computer, l’informatica, gli amici. Sembra di osservare, vedere, ascoltare due ragazzi di oggi, nelle loro passioni, nel loro entusiasmo, nella loro quotidianità.

Ma… C’è un ma. Era, la loro, una quotidianità piena di Dio.

Le parole di Papa Leone ce lo spiegano: «Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica. Carlo diceva: “Davanti al sole ci si abbronza. Davanti all’Eucaristia si diventa santi!”, e ancora: “La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La conversione non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’Alto, basta un semplice movimento degli occhi”. Un’altra cosa essenziale per loro era la Confessione frequente. […] Tutti e due, infine, avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità. Pier Giorgio diceva: “Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo”. Chiamava la carità “il fondamento della nostra religione” e, come Carlo, la esercitava soprattutto attraverso piccoli gesti concreti, spesso nascosti».

Non sarebbe male vivere questo nuovo inizio conoscendoli meglio, pregandoli, avendoli accanto, imitandone l’esempio. L’Azione Cattolica, il volontariato, la vita politica attiva, onesta e credibile, il servizio in parrocchia e nella propria comunità, la vicinanza agli anziani, agli ammalati, agli stranieri soli ed emarginati, la diffusione della cultura e dalla sua bellezza tra i giovani. Tanto hanno fatto Pier Giorgio e Carlo. E tanto possiamo fare anche noi. Con l’unicità e la straordinarietà della nostra esistenza. «Non io, ma Dio», diceva Carlo. E Pier Giorgio: «Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine». Ricordiamoci di quel ma

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