In breve:

La Pastorale del Turismo è una scelta ecclesiale

PasTur

di Mons. Antonello Mura.
In questo periodo, ogni anno: undici anni per la Diocesi di Lanusei e sei per quella di Nuoro, ritorna la domanda: perché la Chiesa presenta un programma di pastorale del turismo?
La stessa domanda, insieme alla risposta (quest’ultima dipendeanche dagli interlocutori…), viene certamente posta con l’intento di capire, come anche (inutile negarlo) di scuotere la testa, ma entrambe sono comunque da approfondire, in vista di un bell’esercizio di dialogo e di comprensione di quanto viene proposto.
Il senso ecclesiale della pastorale del turismo, che prevede certamente momenti spirituali e di preghiera, sta però nella capacità della Chiesa locale di avvicinare fraternamente le persone in un tempo di relax, proponendo riflessione e distensione, con l’intento di mantenere cuore e mente collegate. Quest’anno ci guida il tema della speranza, lasciandoci in dote il desiderio di averla con noi, ma non dimenticando il rischio di perderla.

Cercasi speranza è un appello, oltre che una necessità; un incitamento, non solo un conforto. La Chiesa, che vive quest’anno il suo giubileo, vuole accogliere e ascoltare testimoni di speranza, qualunque sia la loro vocazione o il loro lavoro: cantautori; musicisti; cineasti; genitori; medici; animatori di vita e di recupero di chi la vita la perde; rappresentanti di popoli sfiniti dalla guerra; gruppi internazionali con sguardi ampi; e così via.
La scelta (ecclesiale) è di metterli al centro della nostra estate, rendendo calda l’atmosfera grazie all’accoglienza, l’attenzione e la sensibilità, accettando che non sia solo la temperatura meteorologica a determinarla. Esercizio di ascolto libero, e occasione di essere Chiesa in ascolto. Anche quando non tutti la pensano come noi.
I contenuti nasceranno quindi dalla vita delle persone, dalle loro storie e dalla loro ricerca. In questo caso di speranza, ma non solo. Perché anche la fede cammina insieme alla speranza.

Non a caso, i luoghi per vivere questi momenti sono autenticamente nostri. Creati e custoditi per questo. Con un livello organizzativo non improvvisato e con un’attenzione ai dettagli spontanea, ma sempre programmata.
Donne e uomini volontari, con sguardo cordiale, ecclesiale anche in questo. Lo stile della pastorale del turismo è, vuole essere, uno stile di Chiesa. Indipendentemente dagli ospiti e non solo per gli ospiti. Bello vedere comunità, parroci e sindaci che portano nella pastorale del turismo il loro territorio, che escono di casa per guardare oltre, per guardare ad altri.
Anche gli aspetti tecnici entrano in questo dinamismo: ricercatezza e cura dei particolari, rappresentazioni in linea con le nuove esigenze, utilizzo delle tecnologie. Tutti ingredienti e strumenti indispensabili. La Chiesa anche in questo è stata maestra, da sempre.

Cercasi speranza, più che uno slogan, è il viaggio che anima chi crede nel futuro. Anche della Chiesa.

Antonello Mura

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