In breve:

Ricordando Mons. Antioco Piseddu. L’attività di promozione culturale

Piseddu

di Tonino Loddo.
Il magistero del vescovo si è ampiamente concretizzato anche nel campo della promozione della cultura. All’indomani del suo arrivo, innanzitutto, provvedeva a rifondare (aprile 1982) il giornaleL’Ogliastra che vantava una lunga e gloriosa storia e che aveva cessato le sue pubblicazioni nel 1965; «vorrei che fosse il giornale di tutti – disse –; dei sacerdoti, come aiuto al loro ministero, degli ogliastrini per farli sentire più uniti e consci dei loro valori, di tanti altri amici dell’Ogliastra».
Da allora sono passati oltre trenta anni e il mensile diocesano non ha mai perso un solo colpo, giungendo puntualissimo nelle case di oltre 3.000 abbonati.

Tre sono state le direttrici di fondo intorno alle quali si è mossa l’attività del giornale, secondo le indicazioni di mons. Piseddu: «ecclesialità, perché si tratta di un’iniziativa della Chiesa diocesana che vuole essere al servizio della buona notizia del Vangelo; territorialità, perché vuole dare voce al territorio, specie alle classi più umili; positività e apertura al futuro, perché deve essere una voce che educa alla speranza e favorisce la valorizzazione di tutte le potenzialità». E il giornale non è mai venuto meno a questa sua vocazione accogliendo, accanto a contributi di firme prestigiose, anche contributi non specialistici che gli hanno donato vivacità e aderenza al territorio, creando tra esso e la Chiesa che vi opera un «indivisibile binomio». Un giornale che, comunque la si pensi, resta un fondamentale punto di riferimento per cogliere non solo gli aspetti più rilevanti della storia del territorio nell’ultimo trentennio, ma per coglierne anche gli umori e lo spirito profondo; un giornalismo che è insieme narrazione e approfondimento, racconto e riflessione, secondo le limpide indicazioni del Concilio Vaticano II.

Accanto e insieme a questa testata, mons. Piseddu ne ha fermamente voluto anche una seconda, dal carattere più specialistico e dall’andamento accademico. Si tratta di Studi Ogliastrini, una pubblicazione periodica giunta al numero 11 (2012) [al 2022 si è giunti al numero 18] che, secondo il pensiero del vescovo, «amplia il campo del suo [il riferimento è a L’Ogliastra, ndr] impegno. Essa ha impostazione rigorosamente scientifica e intende approfondire i grandi temi riguardanti le radici della cultura del territorio».
La rivista fu fondata (1984) dal padre Vincenzo Maria Cannas che ne curò i primi quattro numeri, affidandola poi al vescovo che ne nominò direttore Tonino Loddo. Nel corso di questo trentennio, la rivista ha approfondito vari aspetti della storia del territorio offrendo agli specialisti spunti di vasto interesse e aprendo anche nuove piste di indagine, grazie ai saggi firmati sia da illustri personalità della cultura isolana che da giovani – ma non meno valenti – ricercatori.

Accanto e insieme a questi periodici, mons. Piseddu ha dato vita (1993) anche a una vera e propria collana editoriale, denominata Biblioteca Ogliastrina, in cui sono comparse interessanti monografie che illustrano diversi aspetti della storia della Chiesa locale. Così ne dichiarava apertamente l’intento, presentando il primo volume: «la Biblioteca vuole mettere a disposizione… validi strumenti culturali, come fonte cui soddisfare la curiosità intellettuale, perché crescano gli amanti del sapere. Essa vorrebbe essere testimonianza e frutto del pensare in grande che ci ha ispirato in questi anni e stimolo ad ampliare ancora gli orizzonti per individuare le nuove frontiere e coraggiosamente prendere il largo per raggiungerle». Finora sono comparsi nella collana 6 volumi.

Per dare solidità e concretezza a questo impegno e consentirgli di durare nel tempo, nel 1992 mons. Piseddu fondò l’Associazione Culturale Sarda Ogliastra, «con l’intento di adoperarsi fattivamente per la crescita socio-culturale della Sardegna e in particolare della popolazione dell’Ogliastra, e di favorire la diffusione dei più validi strumenti moderni per la promozione della cultura in tutte le classi sociali».

Per attualizzare e rendere vigoroso tale indirizzo, l’Associazione – mettendo a frutto un’intuizione del vescovo – diede subito vita (1993) a un’impresa che sulle prime poté anche sembrare eccessivamente ambiziosa, ma che – evidentemente – tale non era, considerato che dura fino al presente, in un crescendo successo di pubblico e di qualificata partecipazione. Si tratta del Premio di saggistica Ogliastra – San Giorgio vescovo, giunto nel 2013 alla XXI edizione che, negli anni, ha visto progressivamente mutare e crescere le sezioni, passando dalla saggistica edita (che rimane sempre prioritaria), alla saggistica inedita e perfino ai prodotti multimediali [Nel 2025 sono XXXI le edizioni del Premio].

Ma l’attività dell’Associazione non s’è mai fermata alla semplice organizzazione del Premio, giacché si è estesa – sempre con il paterno incoraggiamento del vescovo – «a molte delle attività previste dallo statuto al fine di diffondere la cultura attraverso i mezzi di comunicazione sociale, specie nella presentazione di libri, giornali e riviste; ha promosso anche scuole di formazione sociale e politica, corsi, seminari di studio, conferenze, dibattiti con l’apporto di illustri docenti universitari e personaggi rappresentativi della cultura isolana e non solo».

Nonostante le difficoltà legate alle mutate condizioni culturali e sociali e grazie alla collaborazione dei presidi don Gavino Lai ed Ernesto Nieddu, finché le condizioni legislative lo hanno consentito, è riuscito a portare avanti l’Istituto Magistrale paritario e legalmente riconosciuto poi diventato Liceo Pedagogico. Nell’impossibilità di ricordare tutte le attività culturali messe in atto dal mons. Piseddu, ricordiamo infine l’attivazione (1982) del Centro Diocesano Ministeri e di una scuola di formazione teologico-catechistica che si trasformerà nel tempo nell’Istituto Diocesano di Scienze Religiose, che ha formato (conferendo il Magistero in Scienze Religiose) ben sessanta giovani ogliastrini e non solo.

Sempre all’interno di questo speciale impegno culturale, nel 1982 aprì il Museo Diocesano d’Ogliastra e ristrutturò l’archivio e la biblioteca diocesani, dedicando a essi l’intero primo piano dell’edificio del Seminario Vescovile.

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