In breve:

A tu per tu con Lina Wertmuller

76th Venice International Film Festival

Nel farle i complimenti per la sua bellissima e fruttuosa carriera, le voglio chiedere prima di tutto quali sono i valori che ha voluto trasmettere con i suoi film e le sue opere.
Se consideriamo alcuni film dove ho svolto il ruolo di regista o autrice, possiamo dire che nel film Basilischi – ambientato in un piccolo paese della Basilicata, dove uno degli attori era di origine sarda, Stefano Satta Flores – invito ogni giovane ad aprire gli orizzonti della propria vita, trasportando questa apertura nella propria terra di origine per non rischiare di cadere dentro una mentalità chiusa e provinciale; Fratello Sole e Sorella Luna, storia di San Francesco e Santa Chiara, vuole trasmettere invece il valore della semplicità rispetto all’opulenza della ricchezza, la condivisione nei confronti di chi ha poco. Ma soprattutto evidenzia la libertà di scelta, come fece Francesco il quale aveva, sì, tutto, ma non era il “suo tutto”: la sua ricchezza più elevata era nella lode al Signore e nell’aiuto all’altro. Io speriamo che me la cavo insegna il coraggio nonostante le difficoltà: ricordiamo un maestro (interpretato da Paolo Villaggio) che si trova nelle condizioni di insegnare in una scuola elementare con tanti problemi; e ricordiamo in particolare Raffaele, un ragazzino che segue la scia della camorra. Quest’ultimo sarà tra i primi a ringraziare il maestro, nel momento della sua partenza, per l’impegno, l’amore e la dedizione che ha messo nel suo lavoro.

Lei ha lavorato con numerosi attori, ha creato artisticamente Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, ha collaborato con Sophia Loren Veronica Pivetti, etc. Ma com’è lavorare con Federico Fellini?
Era un grande regista volitivo, intuitivo. In ogni sua opera poneva tutto se stesso e riusciva a essere un perfezionista dei dettagli, vedasi La Dolce Vita con la bellissima Anita Ekberg, film che al tempo suscitò polemiche, poi superate con determinazione e numerosi riconoscimenti.

In Tutto apposto e niente in ordine, il libro che descrive la sua vita privata e cinematografica, vi è un riferimento a Giovannino Guareschi: cosa le piace delle sue opere?
Guareschi ha descritto uno spaccato dell’Italia che non c’è. Credo che l’Italia attuale, in quanto a recupero dei valori umani, dovrebbe fare qualche passo indietro e riprendere qual senso di riscatto, solidarietà, spirito di cooperazione, fede semplice ma vera, confronto autentico e rispettoso anche fra pensieri diversi. In questo Don Camillo e Peppone sono indubbiamente rappresentativi.

E poi siamo stati Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di Agosto: un film girato interamente in Sardegna, esattamente a Cala Luna in Ogliastra, con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. Ci racconta che rapporto ha con la Sardegna?
La Sardegna è tutta una bellissima scenografia, sia lungo le sue meravigliose che negli scorci dell’interno. Ho un legame splendido con questa terra, prova ne sono i luoghi che ho scelto per ambientare i miei film. Nella pellicola girata a Cala Luna con la Melato e Giannini, ho voluto evidenziare la crudele realtà delle differenze sociali acuite dalle idee politiche che svaniscono in un meraviglioso sogno. Al termine del sogno si ritorna alla triste realtà del presente.

Ha avuto numerose nomination all’Oscar. Cosa significa per lei un premio Oscar onorario alla carriera 2020?
È stata mia figlia Zulima a informarmi del conferimento del premio Oscar. È un segno del cambiamento nel mondo del cinema, come in altri ambiti della vita sociale, culturale politica ed economica, dove il ruolo delle donne e i loro sacrifici venogno riconosciuti e premiati. Ritengo, tuttavia, che non vi debba essere straordinarietà, in questo, quanto il progredire di una normalità e di un perfetto equilibrio nel ruolo fra uomo e donna.

È stata regista in Rai nel Giornalino di GianBurrasca. Che messaggio ha voluto dare attenendosi, pur con delle modifiche, al testo di Vamba?
La miniserie, seguita sia da ragazzi che da adulti, aveva una finalità educativa. Si interpretava spesso la vivacità come maleducazione e spesso la repressione della stessa in modo oppressivo non portava i frutti sperati. L’intento era quello di trasmettere, con ironia, valori che non hanno colore politico o connotazione sociale, ma solo un fine educativo per far crescere al meglio i ragazzi e responsabilizzare gli adulti.

Cosa augura ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera cinematografica?
Auguro loro di trovare la via giusta e di essere coraggiosi e fantasiosi. Ispiratevi ai grandi del cinema che hanno saputo trasmettere messaggi di un certo peso per la formazione delle coscienze. La strada sarà dura, ma nulla è facile: occorre impegno e sacrificio, nonché rinunzie.

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