In breve:

Ci siamo e lasciamo spazio all’immaginazione

CI SIAMO

di Fabiana Carta.
Come immaginano i ragazzi il futuro più prossimo? Come pensano possano svolgersi le attività abituali come lo studio, lo sport, il gioco?
Dobbiamo immaginare l’inimmaginabile, rendere possibile l’impossibile.Dobbiamo ricominciare, ma non come se nulla fosse successo.
È questo l’incipit della lettera che le operatrici del progetto Ci siamo! – approvato e cofinanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini, avviato nel 2018 e tuttora in corso – hanno inviato agli studenti delle scuole medie di Urzulei, Triei, Santa Maria Navarrese e Baunei.
L’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura delle scuole hanno determinato anche la sospensione delle attività progettuali programmate con i ragazzi e i docenti. Laboratori didattici di scienze e archeologia, incontri con esperti, uscite didattiche alla scoperta del territorio sono però solamente rimandate. Nel frattempo, si legge nella lettera, possiamo fare una cosa bellissima: pensare e immaginare. L’invito è quindi quello a fare un esercizio di immaginazione pensando il futuro più prossimo, facendo di necessità virtù, delineando nuove possibilità, scorgendo spiragli di novità nella nebbia dell’incertezza. Invito a cui i ragazzi hanno risposto con entusiasmo.
Io immagino il rientro a scuola come una cosa fantastica e nuova, come se non ci fossimo mai stati, come la libertà, credo che sia paragonabile a un ladro che esce di prigione dopo dieci anni! scrive Carlo.
A settembre immagino che torneremo sui banchi di scuola ma in modo molto diverso perché dovremo mantenere le distanze, ci saranno nuove regole da seguire e di sicuro sarà molto difficile giocare insieme, come prima, durante la ricreazione. Spero che non ci facciano usare le mascherine perché si fa fatica a respirare e a parlare, riflette Francesca.
C’è poi il fronte compatto di ragazze e ragazzi che immaginano il rientro a scuola caratterizzato dalle lezioni all’aperto, in spazi informali (parchi, giardini, piazze) o attrezzati appositamente, come i cortili delle scuole con i banchi ben posizionati. C’è chi suggerisce una revisione di spazi e strutture pubbliche come le biblioteche comunali, adatte a ricevere gruppi numerosi.
Paolo pensando al futuro scorge due aspetti: in questo scenario futuro ci trovo un lato positivo e uno negativo: quello positivo è che ci sarà forse la possibilità di utilizzare il computer anche in classe, aspetto questo sottolineato anche da Fabio; quello negativo è che non si potrà interagire da vicino con i compagni come si è sempre fatto.
Non è mancato chi ha riflettuto, più in generale, sui problemi legati alla terra, al cambiamento climatico e allo sforzo che ognuno di noi deve compiere nell’ottica del rispetto. Giorgia puntualizza: basterebbe un’azione giusta. I puzzle hanno bisogno di tutti i pezzi per formarsi. La Terra adesso ha bisogno di noi! Costanza propone incontri tematici proprio sull’ambiente, il clima, gli animali in via d’estinzione.
La didattica a distanza, inizialmente guardata con interesse ed entusiasmo, alla lunga si è rivelata faticosa, come sottolineano Beatrice, Luisa e altri ancora. Faticosa per studenti e docenti, sia a causa della non sempre alta qualità delle connessioni Internet, sia perché nessuno schermo può restituire la profondità di una relazione in presenza. Tutti gli studenti rimpiangendo nostalgicamente la scuola sperano di poter iniziare a settembre, magari senza virus, estinto in modo naturale.

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