In breve:

Erode e i re Magi

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di Giovanni Deiana.
Noi del cammino dei Magi conosciamo la meta, ma non l’itinerario. Eppure, è proprio quel cammino, percorso da uomini che lasciano le loro terre mossi dalla fede e dalla speranza in una nascita che segna un tempo nuovo, a narrare con vigore il cammino della Chiesa nella storia.
La grandezza di Erode è fuori discussione, non solo perché la storia ce ne ha tramandato il ricordo come “Erode il grande”, ma anche perché, nonostante le nefandezze di cui si macchiò, ha tenuto testa ai grandi di allora, senza sfigurare: e si trattava di personaggi che hanno riempito le pagine dei nostri libri di storia, come Pompeo, Antonio, Cleopatra e naturalmente il grande Augusto! È con simili protagonisti che Erode ha dovuto confrontarsi! Purtroppo questo straordinario personaggio pensava di avere diritto anche ad essere… eterno: non sopportava l’idea che un altro prendesse il suo posto. Per questo, uccise non solo i soliti rivoluzionari, da sempre la croce dei regimi totalitari, ma anche le persone della sua cerchia, compresi i familiari più cari, che la sua mente malata dipingeva come cospiratori e artefici di congiure. Non esitò perciò a far assassinare il vecchio sommo sacerdote Ircano II, il figlio del medesimo, Aristobulo, il quale era anche fratello di una delle sue mogli, Mariamne, a sua volta fatta uccidere, nonostante le fosse profondamente affezionato, insieme a due suoi figli, Alessandro e Aristobulo; come se non bastasse, pochi mesi prima di morire, fece trucidare il figlio maggiore, Antipatro, sospettato di avere ordito una congiura a suo danno.
L’arrivo dei Magi. È al palazzo di questo personaggio che i Magi bussarono per chiedere notizie del neonato re dei giudei (Mt 2,2)! Il vangelo di Matteo, che riporta la notizia, ci informa che Erode ne fu sconvolto e, aggiunge: “e tutta Gerusalemme con lui” (Mt 2,3)! Dopo quanto è stato detto in precedenza, infatti, era facile prevedere un’ondata di epurazioni ingiustificate, visto che per difendere il trono Erode non andava troppo per il sottile: la strage degli innocenti (Mt 2,16-18), anche se non è riportata dagli storici, come Giuseppe Flavio, è in perfetta sintonia con i sistemi adoperati da questo re per liberarsi di possibili nemici. Naturalmente l’esperienza gli aveva insegnato a dissimulare i propri pensieri: per eliminare lo scomodo pretendente era indispensabile sapere dove si trovasse, perciò convocò d’urgenza gli esperti della materia: sacerdoti e scribi. La risposta fu immediata: Betlemme, un centro a pochi chilometri da Gerusalemme, era la patria del futuro messia. In proposito il profeta Michea vissuto otto secoli prima, l’aveva predetto chiaramente: “E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele” (Mi 5,1). Il testo riportato da Matteo è leggermente diverso, ma in fatto di libri sacri Erode era di bocca buona: a lui serviva l’indirizzo del futuro re per poterlo “adorare” devotamente, come sapeva fare lui! I Magi, d’altra parte, ansiosi di conoscere il personaggio che attraverso un astro misterioso li aveva guidati per tanti chilometri, non si posero altre domande! Forse saranno restati un po’ sorpresi nel constatare che questi sacerdoti e scribi , tanto competenti da sapere esattamente il luogo di nascita del futuro re, non mostrassero alcuna fretta di andare a conoscerlo di persona!
L’insegnamento che i Magi ci propongono. Certamente i Magi, benché pagani, hanno dato una bella lezione ai sacerdoti di Gerusalemme, i quali sapevano che Gesù doveva nascere a Betlemme, ma non hanno mosso un passo per andare a cercarlo. I Magi si sono sobbarcati alla fatica di un viaggio di oltre 1200 chilometri! La strada infatti che oggi conduce da Bagdad a Gerusalemme è di circa 800 chilometri, ma allora la pista carovaniera percorreva il corso dell’Eufrate fino al confine dell’attuale Siria, poi deviava verso sud in direzione di Damasco, passando per Palmira, quindi arrivava a Rabbah, l’attuale Amman, capitale della Giordania, poi, passando per Gerico, arrivava a Gerusalemme; da lì Betlemme distava circa 8 chilometri. Un bel viaggio, lungo e pericoloso, poiché le bande di delinquenti si appostavano nei punti più tortuosi per depredare i poveri viandanti. A parziale scusa dei sacerdoti e scribi di Gerusalemme, come accennato in precedenza, si può tener conto del terrore che incuteva Erode, sufficiente a frenare ogni entusiasmo messianico! Ma i Magi non lo sapevano e hanno affrontato con coraggio i ladri e lo stesso Erode.
L’attualità dei Magi. Non dobbiamo considerare il racconto dei Magi soltanto un fatto marginale dell’infanzia di Gesù, ma qualcosa di veramente attuale: il miracolo dei Magi si ripete in continuazione… e io ne sono testimone! Nella università Urbaniana, nella quale ho insegnato per molto tempo, ogni anno arrivano decine di giovani da tutto il mondo, ma in particolare dall’oriente (Vietnam, Corea, Cina, India, Indonesia), animati da una straordinaria voglia di conoscere la Parola di Dio; detto più semplicemente, hanno una voglia matta di studiare la Bibbia, la stessa che tutti noi abbiamo in qualche angolo della casa, impolverata e dimenticata. Questi giovani si sottopongono a un lungo e faticoso lavoro che consiste in primo luogo nell’imparare le lingue in cui essa è stata scritta (ebraico e greco), con il contorno di alcune lingue moderne (italiano, tedesco e inglese); ma lo fanno con un entusiasmo veramente ammirevole: le ore di lezione non bastano mai e i professori, terminate le lezioni, vengono circondati da questi insaziabili divoratori di sapienza, per avere un supplemento di spiegazione. Animati da una simile passione, questi giovani, alla fine di 4-5 anni, acquisiscono una conoscenza sufficiente in tutta la materia da potere rientrare nei loro paesi per trasmettere alle loro comunità la conoscenza di Cristo, acquisita con tanta fatica ma anche con immensa gioia. Insomma rivivono senza saperlo, l’esperienza dei Magi i quali, dopo aver visto e conosciuto Gesù ritornarono ai loro paesi per far conoscere a tutti la nascita del Redentore!

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