In breve:

Il domani si costruisce oggi. Anche in Diocesi

Profezia

Servono nuove strade, serve profezia. La voglia di ascoltare e il coraggio di guardare lontano. Serve una visione. Non un libro dei sogni, ma la volontà di progettare, costruire, realizzare quell’idea di Chiesa aperta, attiva, che si fa presenza concreta laddove vive ogni essere umano, i giovani come gli anziani, le famiglie come i sofferenti.
Sul carro con Filippo – lettera pastorale del vescovo Antonello consegnata alla comunità ecclesiale in occasione del Giovedì Santo 2017 – è essa stessa una visione, una profezia. Traccia un cammino e indirizza le scelte. «È cresciuta la consapevolezza – si legge al capitolo 4 – che l’impegno educativo è chiamato a rispondere a nuovi appelli che provengono dalla famiglia e dalle nuove generazioni, compresa la scuola, ed è necessario accompagnare persone concrete senza cadere nell’errore di pensarle come dei contenitori da riempire. […] Per questo è necessario esprimere la fede come un accompagnamento che porta a superare gli abituali “corsi” per realizzare invece dei percorsi: istituendo occasioni di incontro e di dialogo, con esperienze significative di vita cristiana guidate da persone che sappiano esprimere la fede con nuovi linguaggi e con immagini e simboli più aderenti alla cultura odierna. Questo non significa svalutare la tradizione da cui proveniamo, piuttosto si tratta di orientarla e rileggerla non al passato, ma al futuro […]: un’appassionata attenzione all’umanità concreta e un’incessante creatività educativa».
Un’autentica alleanza educativa, dunque, all’interno delle nostre comunità, ma anche nel territorio, «dove tutti i soggetti in campo, genitori, sacerdoti, catechisti, educatori, animatori, docenti di religione, scuole cattoliche, operatori pastorali, si sentano impegnati» a crearne le condizioni.
La diocesi ha questa forza corale. La cerca e la persegue costantemente.
È da questi presupposti fondamentali che nasce il progetto per la valorizzazione e riqualificazione dell’area Caritas, a Tortolì, e del Centro familiare a Lanusei, nei locali dell’Istituto Maria Immacolata.
Famiglia e giovani. Amoris laetitia e Sinodo 2018. Riflessione e azione.
La visione? Negli spazi che circondano la sede Caritas tortoliese, una casa accogliente e confortevole ospiterà temporaneamente i senza fissa dimora. Lì accanto, nasceranno le sale polifunzionali che ospiteranno sia gli incontri di catechesi che i corsi professionali del Cnos; poi ancora l’auditorium e l’oratorio interparrocchiale, «luogo scelto per riunire ragazzi e giovani di diverse comunità, in vista di esperienze di formazione, comprese quelle sportive, meno episodiche o numericamente improponibili» (da Sul carro con Filippo).
Perché, per dirla con Papa Francesco: «Si deve lavorare con i giovani facendo cose. I giovani trovano il Signore nell’azione. Dunque, due parole: ascolto e movimento». Eccoli, quindi, gli spazi per i ragazzi: campi sportivi polivalenti dove praticare calcio a cinque, pallacanestro, pallavolo e tennis oltre a una palestra con annesso spogliatoio. Sarà possibile realizzare così numerose attività di animazione e aggregazione per loro e con loro. Spazi per iniziative di diverso genere di cui verrà opportunamente dotato anche il Centro familiare lanuseino.
«Una Chiesa che si pone seriamente il tema della “pastorale giovanile e vocazionale” – si legge in un altro passaggio della lettera pastorale – deve accettare di entrare nella categoria dello “spreco”, meglio “dell’eccesso”. Accettare di mettere i migliori adulti, laici o sacerdoti, a lavorare sul campo, “sprecando” risorse umane. […] E bisogna mettere mano anche alle tasche. Perché servono i mezzi economici per tentare qualcosa con i giovani e per i giovani e soprattutto fatto dai giovani. […] Questo non significa buttare via, ma incarnare un messaggio chiaro: se credo in quello che sei, ti offro anche i mezzi per realizzarlo. Non sei ospite di un luogo, ma sei colui che vive un luogo».
E il domani che stiamo iniziando a costruire oggi vede quei ragazzi, quelle famiglie, abitare i luoghi, esserne protagonisti, accendendoli di entusiasmo, di proposte, di idee e atteggiamenti, di considerazioni e riflessioni. Farne casa, piazza, strada per conoscere, incontrare e accogliere. (c.c.)

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