In breve:

Il mondo sul balcone

Finestra aperta

di Claudia Carta.
È la dimensione dei giorni che stiamo vivendo. Ma più che “appesi in alto”, è come se fossimo “interrotti, revocati temporaneamente, trattenuti”, o meglio ancora “in uno stato di incertezza, di attesa ansiosa”.
«Io era tra color che son sospesi», racconta Dante giungendo nel Limbo, in quel primo cerchio infernale dove le anime vivono nell’inappagabile desiderio di vedere Dio, sospirando e facendo tremare l’aria.
«I due rimasti stettero alquanto senza parlare, e diversamente sospesi», annota il Manzoni ne I Promessi Sposi, dando forma mirabile a quel silenzio, “in attesa degli eventi”, fra il cardinale Borromeo e l’Innominato, rimasti soli, uno di fronte all’altro.
Attesa e silenzio.
Sono le coordinate spazio-temporali entro le quali stiamo imparando a ridisegnare la nostra vita, non senza fatica, lo dobbiamo dire, non senza incertezza e di sicuro non senza paura, totalmente immersi in questo anno zero con il quale necessariamente dobbiamo fare i conti e dal quale, comunque, dobbiamo ripartire.
Che nulla sarà più come prima ce lo hanno detto tanti e in tutti i modi, e forse anche noi iniziamo a ripetercelo come un mantra. E più ne prendiamo atto, più comprendiamo che tutto questo non può essere vano, che tutto questo può e deve essere un’opportunità. «Ecco ora il momento favorevole». Per trovare nuovi strumenti. Per reinventarsi. Per intraprendere nuove strade, necessarie ora, in questo tempo e su questi spazi. Per attuare progetti nuovi e dare ali a nuove idee. O semplicemente per vedere tutto e tutti con occhi diversi.
Sarebbe folle rassegnarsi. Folle non crederci. Folle non provarci.
Ne siamo capaci. Medici e operatori sanitari ce lo stanno dimostrando giorno e notte. Mentre là fuori il mondo della scienza, della ricerca, della medicina corre freneticamente contro il tempo.
E proprio quando i nostri paesi sono avvolti di silenzio, di vuoto e lentezza, risuona finalmente sul balcone la voce di due bimbe: «Ecco, ti ho preparato questo. Stai attenta! È molto prezioso», – dice una rivolta all’altra. «Eh…è davvero bello! Lo conservo qui, al sicuro». Tra le mani non hanno nulla, ma in quel nulla, su quel balcone, loro vedono grandi cose. Perché la veduta dipende sempre dallo sguardo.

 

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