In breve:

L’Abc dell’amore in famiglia

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di Iosè Pisu e Lucia Pistis.
Baci, abbracci, carezze, sguardi, coccole, sentimenti, emozioni.
Di questo si è parlato nella Festa della Famiglia del 2 giugno, quest’anno ospitata nella parrocchia di Santa Maria Navarrese. E non poteva che essere così, vista la tematica: “L’affettività che fa nascere e crescere la famiglia”.

Scelta coraggiosa, bella e apprezzata: parlare di affettività e gesti d’amore, sembra si addica più agli innamorati adolescenti, piuttosto che alle coppie che vivono assieme da anni.
L’intento dell’incontro era quello di far riprendere consapevolezza dell’affettività, ricordando il grande valore dei gesti che l’accompagnano, soprattutto di quelli che hanno fatto sbocciare l’amore.
Il Vescovo, riflettendo sapientemente sul brano della peccatrice in casa di Simone (Lc 7,36-50), ha rilevato come i gesti concreti dell’affettività devono sempre essere presenti in famiglia perché indispensabili per la coppia e per la qualità delle relazioni fra tutti i suoi componenti. È importante «recuperare la capacità di esporsi al desiderio dell’altro – sono state le sue parole –, di dirsi che si ha bisogno gli uni degli altri, donandosi all’altro/a gratuitamente, attraverso gesti affettivi che valgono come “massaggi cardiaci” affinché il cuore di carne prenda il posto di un cuore di pietra (cfr. Ez 36)», e perché l’amore della coppia rimanga sempre acceso/vivo.
Anche la coppia relatrice provenienti dal Centro familiare “Casa della Tenerezza” di Perugia, Barbara Baffetti e Stefano Rossi, alla luce della loro forte esperienza e dell’esortazione Amoris Laetitia di Papa Francesco, hanno sottolineato come sia fondamentale curare l’affettività, nei momenti di gioia e nei momenti di difficoltà, anche quando i sentimenti e la passione si indebolissero (cfr. AL 120).
Tutti abbiamo bisogno di sentirci amati e di amare, in un modo del tutto gratuito, anche e soprattutto nelle crisi. Queste sono occasione di crescita della coppia, che occorre conoscere e affrontare insieme attraverso il dialogo, senza paura di dirsi che si è in crisi, richiedendo aiuto se serve e ritornando a prendersi cura dell’altro. Citando sempre l’Amoris Laetitia, 135: «Un’idea celestiale dell’amore terreno dimentica che il meglio è quello che non è stato ancora raggiunto», occorre guardare avanti, far maturare l’amore e credere che davvero il meglio deve ancora venire. Per affinare questa maturità affettiva, Barbara e Stefano suggeriscono di appoggiarsi sulla tenerezza, non un semplice sentimento, ma una vera e propria virtù, qualcosa che si deve scegliere e imparare ogni giorno. La tenerezza ci riempie di gesti concreti come l’abbraccio, il bacio, la carezza, di quella voglia di tendere verso l’altro; in questo caso l’affettività è solida, perché caratterizzata dalla gioia (AL 126) che dilata il cuore e dalla bellezza (AL 127).
Ma come si alimenta questa affettività? Condividendo tutto con il coniuge che il Signore ci ha messo accanto, attraverso una spiritualità familiare quotidiana (AL 315-317), perché proprio qui Dio ci parla, cercando di non chiudere mai il rapporto con il Signore, anzi affidando a lui i problemi e le difficoltà, con la fede certa di potersi amare per sempre.
L’incontro si è concluso con la Santa Messa e il pranzo comunitario e ci si è salutati con l’auspicio che nelle nostre famiglie, ma anche nelle nostre comunità, si possano respirare e vivere sempre di più gesti di sana affettività, anche attraverso incontri come questo.
Iosè e Lucia

Alla giornata hanno preso parte circa 200 persone provenienti da 15 parrocchie della diocesi. Sono state 65 le coppie presenti e circa 55 fra bambini e ragazzi. Nutrita anche la delegazione di sacerdoti e religiose.
Sul Centro familiare “Casa della Tenerezza” di Perugia vedere il sito www.casadellatenerezza.it

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