In breve:

Un giornale della gente non della Curia

COEPRTINA MAGGIO 2019

di Mons. Antonello Mura.
Mi ha sempre incuriosito scoprire (e anche un po’ preoccupato) che, quando viene citato un giornale diocesano nei mezzi di comunicazione “laici”, gli si attribuisce questa denominazione: “giornale della Curia”. Capisco che si tratta di un necessario riferimento, ma è comunque riduttivo e parziale, e ne ridimensiona chiaramente le finalità.
Credo invece che il periodico di una Diocesi debba proporsi ed essere capito come un “luogo” nel quale si manifesta una “opinione pubblica” ecclesiale, che si esprime sui principali temi sociali, culturali e anche politici, oltre che su quelli strettamente legati alla vita della Chiesa locale. Stampa cattolica con l’intento di formare e informare, redatta da donne e uomini credenti.
Un giornale quindi che non sia semplicemente la voce della gerarchia, ma molto di più. Rappresentando la pubblica opinione nella Chiesa locale, è chiamato a offrire delle chiavi per interpretare la vita delle comunità, scegliendo – in un’ottica di confronto plurale – di approfondire con completezza i temi decisivi della sua storia. Tutto questo anche a costo di fare inchieste che ‘grattino’ oltre la crosta dell’ovvietà e del “dovuto”. Il compito principale è diventare “voce profetica”. E aiutare i lettori a leggere la realtà da un altro punto di vista rispetto alle “letture” dominanti, le quali rischiano di alimentare l’indifferenza e il disinteresse.
In uno scenario come quello attuale inoltre, che confonde con facilità l’opinione con la verità, la notizia con il gossip e l’informazione con un cumulo di dati, si tratta di offrire la possibilità di pensare e approfondire quei contenuti che fanno “opinione”, evitando di coglierli superficialmente e andando oltre il “sentito dire”.
Un giornale quindi dei cattolici di una Diocesi che, più che scendere sul terreno praticato dagli altri giornali o dalle altre fonti d’informazione, presenta con competenza e coerenza quel nascosto e ignorato versante di verità che anche nelle nostre realtà fa fatica ad emergere.
Queste finalità – e solo queste – consentono di dare ragione (e motivazione) delle consistenti risorse diocesane che vengono destinate al mantenimento di un giornale come L’Ogliastra, così come degli altri periodici diocesani di cui si parla in questo numero.
Credo, come affermato più volte, che il nostro mensile sia “un giornale del territorio, della gente e della nostra Chiesa locale”, sulla scia di una tradizione che voglio continuare ad incoraggiare. Costituisce anche una bella occasione per manifestare – ad esempio nella stessa redazione, e quest’ultima con il vescovo – una particolare dimensione collegiale della nostra Chiesa. Incontrarsi, parlarsi e confrontarsi genera infatti ogni mese un risultato, un frutto condiviso che ha come riferimento un direttore responsabile – tra l’altro una donna, come altre nel gruppo redazionale, segno di quel “genio femminile” di cui abbiamo sempre bisogno – mostrando così un esempio di come si può lavorare nella comunità cristiana.
Ringraziando i sacerdoti – mai sostituibili nell’opera di sensibilizzazione – e tutti coloro che scrivono e si impegnano per la diffusione del nostro giornale, questa è anche l’occasione per coltivare maggiore simpatia verso gli operatori della comunicazione. E con voi tutti desidero sostenerli con entusiasmo e fiducia.

+ Antonello Mura

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>