Fatti

Ai confini del sacro. Scuola di Teologia con David Murgia
di Marco Ladu.
Terzo appuntamento per la Scuola di Teologia della diocesi di Lanusei, che lo scorso 30 marzo, a Tortolì, all’Auditorium Fraternità, ha visto come relatore David Murgia, giornalista e presidente del Gris, Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa
Un tema ampio e affascinante, Ai confini del sacro. Tra visioni, esorcismi e superstizioni, presentato con sintetica brillantezza da un relatore che ha declinato in maniera comprensibile e semplice, argomenti non sempre chiari e comprensibili, ascoltati con attenzione e interesse da un’attenta e numerosa platea.
Dopo un iniziale momento di preghiera e una presentazione del relatore, i lavori hanno preso avvio dal primo argomento trattato, quello relativo a visioni e apparizioni, esempio ultimo la Madonna di Trevignano, dove una «fantomatica veggente» ha lucrato sulla credulità di persone che, ingenuamente e in buona fede, hanno dilapidato i loro patrimoni in donazioni e offerte, credendo alle apparizioni, lacrimazioni di sangue e altre manifestazioni vissute dalla “veggente”.
Con peculiari informazioni, David Murgia ha spiegato e confutato queste tesi, dimostrando che prima di gridare al miracolo è sempre opportuno ragionare con attenzione e razionalità, garantendo un approccio serio e costantemente mirato alla ricerca della verità.
Si è passati, successivamente a tutto ciò che interessa il campo del satanismo e degli esorcismi, ambito spesso sottovalutato, ma come ben dimostrato dal relatore, causa di tanto male sia psicologico che economico; male fatto da persone consapevoli di lucrare sull’ingenuità delle persone, ingenuità che spesso sfocia in un’ossessione, provocando tragedie come quella di Altavilla Milicia, dove in un fantomatico esorcismo, vennero uccisi madre e due figli dal padre e dalla sorella seguaci di un santone. Nella sua esposizione il relatore è stato chiaro: non esistono esorcismi ufficiali al di fuori della Chiesa e dei suoi ministri autorizzati (sacerdoti) dall’ordinario del luogo. La serata è poi proseguita affrontando altre interessanti problematiche legate al mondo del sopranaturale, come la metafonia, ovvero il sentire la voce dei defunti. Anche qui, imbrogli e raggiri non mancano: dalle organizzazioni che radunano persone reduci di gravi lutti, vivendo momenti di silenzio nei quali si percepirebbero voci prevenienti dall’aldilà, ai gruppi che fanno proseliti con fantomatiche diete miracolose, fino ad arrivare a persone che parlano e si comportano come animali (cani e gatti, etc).
Nella sua lunga esperienza di giornalista e studioso, David Murgia ci ha fatto capire di aver vissuto tante esperienze negative e aver visto tanto dolore nelle persone. Domande e dibattito hanno intensamente caratterizzato la serata. Non sono mancate le riflessioni sulla superstizione, particolarmente presente in Ogliastra, e sulla “medicina del malocchio”, nelle quali Murgia ha sottolineato come in tante culture spesso si confonde la superstizione con la religione, utilizzando formule e preghiere, santini e amuleti, quasi a suggerire esista una “magia buona”. In realtà non è così: la magia non è mai buona, e i credenti devono mettere al centro della propria vita solo Cristo. La serata è stata dinamica e ha riscosso grande interessante.
Il giornalista, con grande professionalità, ha stuzzicato il pubblico con aneddoti e esempi, affrontando in ultima analisi due vicende di attualità: i Testimoni di Geova e Medjugorje.
Sul primo punto, ha illustrato in maniera chiara e precisa il comportamento di questa Congregazione religiosa, nella quale fin da piccoli i “fedeli” debbano vivere una vita fatta di privazioni e divieti, sia fisici che morali, e qualora si allontanassero dalla congregazione subirebbero ostracismo, ovvero muoiono socialmente per la loro comunità, nel senso che non conterebbero più nulla, dimostrando quanto sia una comunità chiusa e poco trasparente.
Relativamente alle apparizioni di Medjugorje, pur confessando di non aver inizialmente creduto alle stesse, David ha sottolineato che, dopo aver letto gli atti della commissione di inchiesta, crede alle prime sette apparizioni, per cui il pronunciamento della Chiesa sul nulla osta è corretto, intendendo che lì si vive un esperienza di fede vera a cui nulla aggiunge un’apparizione o un segno.
Tanti gli spunti di riflessione derivanti dalla serata. La prima è che i cristiani hanno un’unica stella polare, Cristo, unico punto di riferimento; la seconda cosa è che come Chiesa sarebbe opportuno parlare più spesso di soprannaturale, per non lasciare il campo a coloro che possono fare del male approfittando della debolezza delle persone.

“Casa di Max”, un rifugio sicuro
di Barbara Tavera.
Il rifugio Casa di Max è una struttura attiva nelle campagne ogliastrine, a Lanusei, curata da Barbara Pistis e si occupa di curare cani fragili e abbandonati. Ce lo racconta una volontaria, Barbara Tavera, che presta il suo servizio nel rifugio
Ho iniziato a fare volontariato nel rifugio creato a Lanusei da Barbara Pistis, qualche anno fa, subito dopo la pandemia. Desideravo offrire il poco tempo libero dal lavoro, a una buona causa e quando ho sentito parlare di questa ragazza, che da sola era riuscita a salvare tanti animali, a offrire loro un posto sicuro dove vivere, a farli riprendere dopo gravissimi traumi, a farli diventare da animali aggressivi e pericolosi – come venivano descritti da chi, solo per comodità, avrebbe voluto sopprimerli – a esseri docili e amorevoli, ho pensato di aver trovato la persona giusta.
In questi anni è nato il rifugio Casa di Max, che è ancora in via di costruzione, poiché Barbara riesce a occuparsi dei suoi animali e a garantire loro ogni giorno cibo e cure mediche, solo ed esclusivamente grazie alle donazioni di persone sensibili che, anche da lontano, contribuiscono alla cura di questi esseri indifesi, inviando denaro, coperte, cibo, medicine.
Ci sono periodi più difficili in cui gli abbandoni si moltiplicano, i cani si ammalano e hanno bisogno di cure, devono essere sterilizzati, oppure vengono soccorsi, feriti gravemente in strada, in grotte sperdute, in dirupi in cui è difficile accedere e allora le donazioni diventano una goccia nel mare, allora ci si sente particolarmente soli e spaventati, in balia di difficoltà insormontabili. Ma lei non si perde mai d’animo e questa sua forza e determinazione, in questi anni, ha attirato persone buone e coraggiose, persone su cui poter contare: alcuni amici tedeschi, che dopo aver frequentato il rifugio e adottato cani, hanno fondato una associazione per aiutare Casa di Max; diverse persone del luogo e tanti altri in tutta Italia, che con gesti concreti sostengono la causa di Barbara. E così l’impossibile diventa possibile e la disperazione lascia spazio alla fiducia.
Tuttavia per finire i lavori, garantire a queste creature la vita che meritano e magari creare un ambiente di integrazione sociale, in cui attivare dei percorsi di pet-terapy, per anziani, bambini e persone in difficoltà, servirebbe un aiuto anche da parte dei Comuni, quegli stessi che dal lavoro instancabile e gratuito di Barbara traggono grande beneficio.
In questi anni Barbara ha salvato centinaia di cani e regalato una vita meravigliosa a tantissimi che hanno avuto la fortuna di essere adottati da famiglie amorevoli, ma la piaga del randagismo, l’ignoranza, l’idea atavica che gli animali siano come oggetti da sfruttare e buttare via quando non servono più, a tratti rende lo sforzo di rimediare alla crudeltà e alla mancanza di empatia di molti, superiore alle nostre forze.
Essere umani per molti equivale solo all’appartenere alla razza umana, che ha una idea del mondo presuntuosamente antropocentrica; in verità è proprio il possesso della ragione che ci dovrebbe rendere umili, pienamente responsabili dei nostri gesti, protettivi e rispettosi verso chi questo mondo lo abita, con il nostro stesso diritto di vivere bene e in pace.
San Francesco diceva: «Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani». Mai come in questo tempo e nella nostra terra, questa affermazione risuona come una profezia. Riconosciamoci di nuovo come parte di un tutto, rispettiamo gli altri esseri, tutti, soprattutto i più deboli, riappropriamoci dell’unico, vero primato umano, quello della ragione al servizio del mondo e delle sue creature. Solo così saremo degni di essere chiamati umani.

CIF: Maria Grazia Mulas “Donna dell’anno” 2025
di Anna Maria Piga.
A Lanusei, nell’aula magna del Seminario Vescovile, la serata dedicata alla Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo è sempre un appuntamento atteso, seguito da un pubblico attento e partecipe
È risaputo: quando una donna, in ambito lavorativo, desidera raggiungere traguardi importanti e fare carriera, deve dimostrare determinazione, forza, competenza e la capacità di conciliare impegni professionali, familiari e sociali. Per fortuna, sono molte le donne che riescono in questa impresa. Maria Grazia Mulas è certamente una di loro: ha saputo mettere a frutto tutte le sue qualità per affermarsi come ottima professionista, senza rinunciare al ruolo di figlia, madre e compagna di vita accanto a Sandro Piras.
Il CIF – Centro Italiano Femminile – che da decenni si impegna a favore dell’emancipazione femminile, ha voluto indicare Maria Grazia come Donna dell’anno per il 2025. Un riconoscimento meritato, frutto del suo percorso personale e professionale: dal concorso al Provveditorato, agli incarichi a Nuoro, dove ha ottenuto grande apprezzamento, pur dovendo affrontare il sacrificio della distanza dalla famiglia. Oggi ricopre con riconosciuta competenza il ruolo di Segretario comunale del Comune di Tortolì.
Con questo riconoscimento, il CIF ha voluto simbolicamente premiare – pur senza nominarle una per una – tutte le donne ogliastrine che, in ogni ambito, si distinguono per impegno e professionalità.
Ester Prevedello, presidente del CIF Ogliastra, insieme al suo gruppo, ha voluto quest’anno ricordare l’80° anniversario di un evento fondamentale: il riconoscimento del diritto di voto alle donne, sancito il 1° febbraio 1945. Lo ha fatto con una tavola rotonda dal titolo significativo: La Costituzione, figlia di Padri e… Madri. Al tavolo dei relatori, con ruoli istituzionali, il consigliere regionale Salvatore Corrias, il vicesindaco di Lanusei Maria Tegas e la consigliera comunale Bettina Pisano, con il coordinamento dell’avvocato Gemma Demuro.
Tutti i presenti hanno evidenziato come le Madri e i Padri costituenti, pur appartenendo a forze politiche diverse, seppero trovare punti di incontro per garantire a tutte le cittadine e i cittadini italiani pari diritti e opportunità nella nuova Carta Costituzionale, promulgata il 1° gennaio 1948.
Molto apprezzato anche il ricordo delle tante donne che, nel corso degli anni, in Ogliastra e a Lanusei, si sono spese con generosità e spirito di servizio per il bene comune.
Erano presenti anche il sindaco di Lanusei, Davide Burchi, e il sindaco di Tortolì, Marcello Ladu, i quali, nel sottolineare l’importanza dell’evento, si sono congratulati con la “Donna dell’anno”, condividendo pienamente la scelta fatta dal CIF.
A concludere la serata, la bella musica della maestra Ilaria Loi e della sua talentuosa allieva Eleonora Detti, che al pianoforte hanno regalato al pubblico momenti di autentica armonia.

La Volley Jerzu conquista la serie C
di Agata Mereu.
Impresa della Polisportiva Pardu Jerzu che vince il campionato di Serie D di pallavolo femminile e conquista, con un turno di anticipo, la promozione in Serie C, massima competizione regionale
Grande soddisfazione per lo sport jerzese e di tutto il territorio della Valle del Pardu da cui provengono tante giovani e giovanissime atlete. E grande soddisfazione per coach Marcello Piroddi, alla guida del sodalizio da ventinove anni, che ha fatto dell’amore per lo sport la sua scelta di vita.
Importanti successi anche nel settore giovanile, curato dai coach Marcello Piroddi, Katia Piroddi e Michela Pistis, con il dominio indiscusso nei campionati under 13, under 14 e under 16. Importanti gratificazioni anche dal settore promozionale del Volley S3 che vede impegnate le atlete più piccole.
L’impegno, la dedizione e la determinazione delle atlete, dello staff tecnico, dei dirigenti, di tanti genitori e di tutti coloro che sostengono la Pardu Jerzu, primo fra tutti il Comune di Jerzu, hanno reso possibili questi straordinari risultati.
Una storia, quella della Pardu Jerzu, che inizia nel 1996 grazie alla passione per il volley di un gruppo di tecnici e dirigenti e che prosegue ininterrotta con un costante impegno rivolto sia alla squadra maggiore che alle categorie giovanili. Squadre composte da atlete di diverse fasce di età, dai quattro ai quarantaquattro anni, che riescono a gestire il delicato equilibrio tra attività in palestra e impegni scolastici, lavorativi e familiari.
Un importante contribuito alla promozione in C della squadra maggiore è stato apportato dalle atlete Stefania Lai, classe 1983, Michela Pistis e Alessandra Piroddi, classe 1984, che fanno parte della società dall’anno della sua fondazione.
In questi anni l’obiettivo della Polisportiva è sempre stato quello di promuovere la pallavolo, uno sport che oltre a un alto valore atletico insegna collaborazione e correttezza, dove non esiste l’individualismo, dove si lavora per la squadra e non per se stessi, dentro e fuori dal campo.
La società della presidente Agata Mereu ha sempre lavorato per creare un ambiente sano e positivo in cui promuovere la crescita sportiva ed educativa delle atlete, il cui impegno in palestra e nello studio è costante e produttivo. Anche per il futuro l’impegno della società rimane quello di garantire un elevato standard di qualità e professionalità nel settore tecnico, di trasmettere i valori di disciplina e fair play e di continuare a essere punto di riferimento e di aggregazione per le atlete e le loro famiglie.
La Pardu Jerzu guarda ora al prossimo futuro con grande determinazione e ambizione, consapevole delle sfide che l’attendono ma pronta ad affrontarle con il costante e proficuo impegno che l’hanno sempre contraddistinta da quasi trent’anni.

I ragazzi di Esterzili, Sadali e Seulo pellegrini a Lanusei
a cura della Redazione.
Lo scorso 23 febbraio i ragazzi delle parrocchie di Seulo, Sadali ed Esterzili hanno fatto il loro pellegrinaggio giubilare a Lanusei. Molto più che una gita: una giornata di festa, condivisione e scoperta di luoghi, persone e fede autentica
Sono partiti in 40 da Esterzili, Sadali e Seulo. Destinazione Lanusei. Ragazzi delle scuole medie, accompagnati dal parroco, don Alfredo, i catechisti e qualche genitore. Non conoscevano tutti i dettagli del loro viaggio giubilare, ma hanno vissuto con entusiasmo e adrenalina un’esperienza che per loro è stata novità, opportunità e dono. In pochi conoscevano il seminario diocesano o la Cattedrale. Un viaggio coraggioso che li ha messi insieme, abitanti di comunità vicine tra loro, ma spesso lontane nella relazione libera e fiduciosa.
Ad accoglierli nel seminario lanuseino Don Virgilio, Don Claudio e Don Antonio: il viaggio è stato lungo, ma divertente, e stiracchiare gambe e braccia all’arrivo nel piazzale di Via Roma 110 è stato un toccasana!
È don Alfredo a spiegare ai piccoli cos’è stato e cos’è il seminario oggi, mentre al diacono don Antonio il compito di illustrare la bellezza del Giubileo e l’occasione di viverlo insieme, come comunità, nello spirito della condivisione. «Seulo, Sadali, ed Esterzili non possono permettersi di pensarsi sole, almeno non nel camino della Chiesa – sottolinea il parroco –, perché ci guida lo Spirito: è lo Spirito Santo a vegliare su di noi e a volerci insieme in questa missione, perché questo siamo, un deserto bello da missionare, in cui portare con la propria vita la bellezza di un Vangelo sempre nuovo».
Sono i colori degli affreschi che incantano i piccoli al loro ingresso nella Cattedrale di Santa Maria Maddalena, mentre le curiosità alimenta diverse domande. La gioia si fra preghiera e ringraziamento per il dono di una giornata così semplice eppure così grande: «Uscire dai nostri mondi ci ha donato un altro respiro – ha aggiunto don Alfredo –, un’altra visione, un’altra opportunità. E sappiamo che dovunque due o tre si mettano in cammino per la causa del Signore, lì, egli opera grandi prodigi».

I lavori del futuro ai tempi dell’Intelligenza Artificiale
di Michele Muggianu.
Viviamo in un mondo dove ci sono nuove opportunità: o si colgono o si resta indietro
Il percorso. Mentre scrivo queste righe, la Cisl è impegnata nel percorso congressuale che a livello territoriale culminerà con il congresso confederale previsto il prossimo 11 aprile. Un percorso fatto di ascolto, analisi, idee e progettualità, aspetti fondamentali per un sindacato popolare e riformista che intende assumersi le sue responsabilità e raccogliere i frutti dell’impegno. Un percorso che si colloca in un momento storico che è, al tempo stesso, di paura (lo testimoniano tutte le elezioni democratiche recenti) e di grande rapidità socio-economica (tutto evolve molto velocemente). Tempi che richiedono la capacità di saper prendere il treno del cambiamento, con una buona dose di ottimismo e di fiducia. D’altronde nessuno salirebbe su un treno con un pilota depresso; è necessario, quindi, alimentare la speranza.
L’Italia, e la Sardegna con lei, devono imparare anche dall’esperienza di Paesi che hanno sfide simili alle nostre e quasi tutte stanno riformando, ad esempio, sanità e istruzione, studiando modi per modernizzare le proprie infrastrutture e sfruttare al meglio la necessaria collaborazione tra pubblico e privato. Per fare questo occorrono le menti migliori.
Nel mondo. Gli esempi di chi ce l’ha fatta non mancano: la Corea del Sud negli anni sessanta aveva il Pil (Prodotto Interno Lordo) della Sierra Leone, oggi è un Paese di giganti manifatturieri; gli Emirati Arabi Uniti erano un petro-stato (stato fornitore di petrolio in ambito internazionale), oggi rappresentano uno dei Paesi più importanti nel campo dell’intelligenza artificiale; Singapore importava capitale umano e oggi lo esporta, aveva pianificato di diventare il primo polo farmaceutico in Asia e oggi lo è.
Se i governi di questi Paesi non avessero avuto la capacità di pensare al futuro e leader adeguati, sarebbero rimasti al punto di partenza. La qualità del pensiero dipende dalla qualità dei pensatori, è tutta una questione di persone. E nessuna persona, da sola, può realizzare i cambiamenti di cui un Paese necessita. La politica discute troppo di scandali e pettegolezzi e poco delle soluzioni a lungo termine. Occorre una strategia che abbia chiarezza di pensiero, coerenza, coesione e visione. Avere una strategia non garantisce il successo, ma non averla garantisce il fallimento.
In un mondo come il nostro che cambia in fretta, l’inattività politica non è un opzione. Fino a qualche anno fa i social non esistevano, Internet era adolescente e Amazon era poco più che una libreria online. Di Netflix non si sapeva nulla, l’intelligenza artificiale non era una rivoluzione in corso, il cambiamento climatico era oggetto di controversie, la Cina era una nazione in via di sviluppo, l’India era terzo mondo. All’inizio del millennio, tra le dieci aziende prime al mondo per capitalizzazione di mercato c’erano ancora Nokia, Cisco e Walmart. Oggi di quelle dieci ne è rimasta una soltanto, Microsoft.
Le sfide. Viviamo in un mondo dove ci sono nuove opportunità, o si colgono o si resta indietro. La rivoluzione tecnologica, correttamente governata, apre scenari interessanti in campo sanitario (diagnostica e terapia, con l’IA che sarà anche in grado di prevenire le malattie e rendere possibili consulti medici e interventi in aree isolate) e culturale. È chiaro che occorre un capitale umano competitivo per avere un buon orizzonte a lungo termine. Progresso e crescita economica non sono mai frutto del caso e gli investimenti si attraggono in Paesi stabili e prevedibili. Così come chi ambisce al successo nel XXI secolo deve avere Università di livello internazionale.
C’è poi il tema delle infrastrutture digitali e gli Stati dovranno dialogare con i giganti del settore: Apple ha una capitalizzazione di mercato pari al Pil della Francia; Amazon ha speso nel 2024 in ricerca e sviluppo quattro volte quello che ha speso nello stesso anno il Regno Unito; Microsoft ha investito nel 2024 dieci miliardi di dollari in ChatGpt (somma superiore al budget speso in ricerca e sviluppo da tutte le nazioni europee, Germania esclusa).
Quanto all’energia, tutte le società petrolifere e di gas del mondo stanno ripensando il proprio futuro per trasformarsi in società energetiche a tutto campo. Tesla, ad esempio, è la prima società del settore auto al mondo per capitalizzazione di mercato, produce anche batterie e ha i robot più innovativi ed efficienti, tanto che ha anche riprogettato i materiali con cui si fanno le vetture; SpaceX ha costruito i razzi più efficienti di tutti, meglio della NASA, e oggi in Africa, grazie a SpaceX e Starlink la connessione è dovunque e non via cavo.
Le nuove professioni. Il lavoro che vogliamo per il nostro futuro dovrà tenere conto di quello che accade nel mondo. E sarà necessario investire nella formazione continua delle persone per garantirne l’occupabilità. Anche su questo aspetto, siamo in campo con la nostra agenzia formativa, lo Ial. Non ci sarà più spazio per un conservatorismo sindacale di stampo novecentesco. La Cisl sta dimostrando di essere un sindacato di proposta, riformista e responsabile. Lo dimostrano gli ultimi avvenimenti politici e l’imminente approvazione alle Camere della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione che comporterà nuove responsabilità sindacali, una matura visione dei rapporti tra progresso economico e progresso sociale per conseguire l’innalzamento del tenore di vita dei lavoratori e una maggiore influenza delle organizzazioni sindacali nelle sedi imprenditoriali e politiche. La proposta di legge di iniziativa popolare attua finalmente l’articolo 46 della nostra Costituzione e la Cisl ha raccolto quasi 400mila firme su di essa, di cui oltre mille in Ogliastra. Il sogno di uomini come Giulio Pastore e Mario Romani andrà a concretizzarsi, grazie al lavoro incessante del nostro ex segretario generale Luigi Sbarra e dell’attuale segretaria generale, Daniela Fumarola. La Cisl è ben intenzionata a essere in campo su tutti i temi territoriali e nazionali con la stessa forza e determinazione che l’hanno sempre contraddistinta.