In breve:

Edvige Carboni sarà beata il 15 giugno

Pozzomaggiore

di Mario Girau.
Sarà beatificata a Pozzomaggiore il prossimo 15 giugno Edvige Carboni. Il solenne rito – che si svolgerà nell’ippodromo comunale – sarà presieduto, in rappresentanza del Papa, dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Dopo 50 anni, si conclude positivamente il processo di beatificazione aperto perché la Chiesa riconoscesse ufficialmente la fama di santità che ha accompagnato la vita di Edvige Carboni. Dopo il decreto pontificio del 7 novembre 2018, con cui il Papa dichiarava miracolosa la guarigione dello spaccapietre Antonio Fois, dovuta all’intercessione della Carboni, si attendeva solamente la data della cerimonia di beatificazione. Un atto burocratico, ma complesso perché deve conciliare le esigenze organizzative della diocesi di Alghero, del Comune dove avverrà il solenne rito, gli impegni del prefetto della Congregazione delle cause dei santi, che gira il mondo, in tutte le diocesi dove si annoverano servi di Dio e venerabili che il Papa ha proclamato degni, dopo un riconosciuto miracolo, di essere beatificati.
Un insieme di operazioni, coordinate dal vescovo di Alghero-Bosa, alle cui mani è affidata ora la regia di tutti i preparativi della celebrazione del 15 giugno prossimo. Monsignor Mauro Maria Morfino, in pratica, è il referente della Santa Sede. Il comitato organizzatore, che con impegno e dedizione ha sostenuto tutto l’iter del processo diocesano e seguito l’esame della positio super virtutibus presso la Congregazione per i santi, deve far riferimento al presule algherese. Per una di quelle coincidenze che alla Chiesa piacciono molto, la notizia della data di beatificazione è arrivata sei giorni prima del 62.mo anniversario della morte di Edvige Carboni, avvenuta il 17 febbraio 1952, che è stato ricordato con una celebrazione nella chiesa di san Giorgio martire di Pozzomaggiore presieduta da monsignor Giuseppe Curcu, vicario generale della diocesi di Alghero-Bosa.
La notizia della data di beatificazione, comunicata dalla Segreteria di stato vaticana, è stata accolta con grande gioia e soddisfazione dal vescovo diocesano, monsignor Mauro Maria Morfino, e dai promotori della causa: la parrocchia di San Giorgio martire con il suo Movimento di Pozzomaggiore intitolato alla nuova beata e i padri Passionisti.
Edvige Carboni visse i suoi giorni nell’umiltà silenziosa arricchiti dalla preghiera assidua, dai suoi lavori di ricamo e la carità verso tutti: la famiglia, la parrocchia, i poveri, gli ammalati, i disoccupati, le spose senza dote e istituti religiosi.
Fece parte della famiglia francescana a partire dal 1906. Amava il Papa e la Chiesa cui fu sempre obbediente; devotissima della Madonna e dei santi Giovanni Bosco e Domenico Savio. Di lei ebbero un altissimo concetto san Luigi Orione, san Pio da Pietrelcina e il servo di Dio padre Giovanni Battista Manzella. Morì a Roma.
Dopo essere stata sepolta ad Albano Laziale (Roma), per sessantatré anni, nel 2015, si fece la ricognizione canonica delle sue spoglie mortali che riposano attualmente nel santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno (Roma) in attesa di un imminente rientro a Pozzomaggiore, dove verranno collocate nella chiesa parrocchiale in cui ricevette il battesimo.
Il servo di Dio, monsignor Ernesto Maria Piovella, che fu vescovo della sua diocesi originaria (Alghero) e, successivamente, arcivescovo di Oristano e di Cagliari, di lei profetizzò che «insieme a Sant’Ignazio da Làconi e a San Salvatore da Horta, Edvige Carboni sarebbe stata onore e vanto di tutta la Sardegna».
Il Nord Sardegna si sta rivelando terra di beati. Il 12 ottobre 2014, infatti, è stato beatificato padre Francesco Zirano di Sassari, martire della fede il 25 gennaio 1603 ad Algeri. Due anni dopo, settembre 2016, raggiunge gli onori degli altari Elisabetta Sanna di Codrongianos. Il 15 giugno 2019 Edvige Carboni. Con una particolarità rispetto agli altri beati: il sardo Angelo Becciu, a nome della Chiesa universale, proclamerà beata la sarda Edvige Carboni.

IL LOGO PER LA BEATIFICAZIONE DI EDVIGE CARBONI
Lo scudo (ossia il fondo dello stemma su cui figurano gli elementi araldici) è costituito dall’emblema della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, quale richiamo diretto e immediato alla Famiglia religiosa in cui è maturato il percorso spirituale di Edvige, ma anche all’attuale presidenza della Parrocchia di Pozzomaggiore, dalla quale l’iter ha preso le mosse. L’emblema, tuttavia, non si presenta come supporto alle figure ma loro ‘contenitore’. È rappresentato, infatti, alla maniera di una cornice in metallo oro (il quale in Araldica simboleggia il sole e, tra le virtù spirituali, la Fede, la Clemenza, la Temperanza, la Carità e la Giustizia) su cui corrono le scritte, essenziali e nettamente scandite da punti, che definiscono il luogo, il soggetto e la sua nuova condizione.
Lo smalto del fondo è azzurro chiaro, colore del cielo, e rappresenta la gloria, la virtù e la fermezza incorruttibile. Vi campeggiano, dal basso verso l’alto, cinque elementi: la facciata della Parrocchiale di S. Giorgio Martire in Pozzomaggiore; le lettere iniziali del nome della nuova Beata; un cartiglio con la data della beatificazione; la croce; fiori di giglio.
Il prospetto della chiesa, frontale ed illuminato dal sole in pieno giorno, indica che proprio in questo tempio avranno sede le spoglie mortali della Carboni.
Le iniziali della nuova Beata con la loro posizione evocano Lc 10, 20b: “I vostri nomi sono scritti nel cielo”.
Il cartiglio datario riproduce un volume quasi completamente srotolato, a suggerire (come in Ap 5-6) che adesso sono svelati, seppure ancora parzialmente, anche agli uomini un tempo ed un evento prima noti solamente a Dio.
La croce, che conserva la posizione originaria nell’emblema dei PP. Passionisti, indica la passione di Cristo come motivo centrale nel cammino di santificazione della Carboni ma anche le stigmate da essa ricevute, particolarmente quella del petto.
I gigli, infine, retrostanti la croce e disposti simmetricamente rispetto ad essa, occupano i ‘lobi’ prodotti dai suoi bracci nell’originario simbolo passionista. Sono quelli di giardino ed indicano candore, purezza ed innocenza. L’accostamento della croce e del giglio rappresenta, simbolicamente, la stessa Carboni, secondo la suggestiva immagine che ne suggerì P. Basilio Rosati, suo primo biografo: Giglio sulla Croce. Tali fiori sono resi al naturale (cioè non stilizzati, come nell’araldica francese e fiorentina) in metallo argento ad evocare l’iconografia tradizionale di San Giuseppe, nei confronti del quale Edvige ebbe sempre una particolare e delicata attenzione.

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