In breve:

La Via Crucis vivente a Bari Sardo

Via Crucis vivente foto di Amanzio Angius

di Gian Luisa Carracoi.

Fin dall’ultimo scorcio degli anni ’70 nella settimana più importante dell’anno liturgico la Parrocchia di Bari Sardo propone un appuntamento di fede diventato nel corso del tempo grande attrattore devozionale e culturale, oltre che momento comunitario di gioia e condivisione. É la Via Crucis vivente, la coinvolgente e suggestiva rappresentazione della Passione di Gesù Cristo.

Il 13 aprile 1979, Venerdì Santo, un piccolo audace gruppo di quattordici giovani scouts della parrocchia, con l’approvazione dell’allora parroco don Igino Loi, si cimentò con grande entusiasmo a portare il sacro rito rappresentato nell’opera pittorica delle quattordici stazioni del Morgari fuori dalle mura della parrocchiale e a dare inizio alla religiosa rappresentazione lungo le vie del centro storico.

A rappresentare Gesù in quella prima commovente Via Crucis fu il giovane Danilo Chiai, oggi sacerdote, cancelliere vescovile e delegato per la vita consacrata. Questo pio evento fu coordinato per gli aspetti logistici fin da principio da Paoletto Fanni, coadiuvato negli anni a seguire da Amanzio Angius.

Inizialmente si dovette ricorrere per i figuranti a costumi di fortuna, ma con il passare del tempo la Via Crucis è stata arricchita da ulteriori abiti sapientemente confezionati, come la nuova veste del sommo sacerdote ideata e realizzata secondo un fedele richiamo storico e simbolico negli anni pre-pandemia dal parroco don Giampaolo Matta. Dalle mani dei grandi maestri pellettieri ogliastrini avevano preso forma negli anni ’80 le corazze di cuoio per i soldati romani, mentre gli elmi, bracciali e altre rifiniture di rame furono realizzate dal maestro ramaio di Isili. Per l’acquisto degli scudi e delle spade dei soldati, don Loi si era spinto fino a Roma, accompagnato da Adriano Pinna.La manifestazione che ha raggiunto la partecipazione di un centinaio di figuranti e richiama un numeroso pubblico dai paesi circonvicini conserva sempre le sue profonde fondamenta spirituali. Lo struggente percorso processionale si svolge in un clima di silenzio e di coinvolgimento. I momenti salienti, come le cadute di Gesù, l’incontro con la Madre, con il Cireneo e la donna che gli asciugò il viso creano un’atmosfera di grande raccoglimento e riflessione, ricca di pathos, intervallato dalle narrazioni, dai dialoghi, dai canti del coro e da is gòccius delle pie donne.

Fa da sfondo il paese e le finestre illuminate dalle candele. Partendo dalla Chiesa Parrocchiale, anche questo Venerdì Santo i figuranti, la Confraternita del Rosario e il composto fiume di fedeli ripercorreranno adagio le vie del paese, guidati dalle riflessioni del nuovo parroco don Pietro Sabatini.

Lo scenario della chiesetta di Santa Cecilia è luogo di raccoglimento per la prima stazione. La processione nello svolgimento delle diverse stazioni percorre per un tratto l’antico camino real, l’odierna via Cagliari, poi svolta e si dirige pian piano verso il Golgota, il colle della chiesa di San Leonardo. Il momento sconvolgente della crocifissione e della morte di Nostro Signore guida ogni presente che ascolta e osserva con gli occhi della propria piccolezza il mistero della sofferenza indicibile e dell’infinito amore. Dopo la deposizione dalla Croce il corpo di Gesù viene accompagnato in silenziosa mestizia al Santo Sepolcro presso la Parrocchiale.Cristo è il raggio di sole e di speranza, la luce da cercare sempre, anche quando tutto sembra perso, quando vincere sembra impossibile. Poi sarà Pasqua.

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