In breve:

Vita di mare: Flavio Vitiello

Flavio

di Giulia Morgante.
Intorno ai primi del Novecento, furono tanti i pescatori ponzesi che sbarcarono ad Arbatax in cerca di aragoste. Tra essi anche Silverio Vitiello che sposerà Tommasa Maddanu, una bauneese doc, dai quali nascerà Flavio, classe 1930.

Arbatax, quando vi giunsero i primi ponzesi, era un piccolo agglomerato di case in cui si viveva di tre principali attività: la pesca, il commercio e l’estrazione in cava. Si commerciava principalmente in carbone per uso domestico, che proveniva dai paesi dell’interno come Baunei ed Arzana e che veniva mandato in Spagna; ma vi giungeva anche il carbon fossile che proveniva da Seui, utilizzato negli alti forni e mandato a Civitavecchia. Quanto al lavoro in cava, consisteva soprattutto nell’estrazione della pietra destinata alla costruzione del molo. A fare da cornice a questo minuscolo quadro commerciale erano una chiesetta, un piccolo forno, una scuola che contava un unico stanzone per tutti i bambini e poche casettine basse fatte di pietra e tegole.
In una di queste casette, nel 1930, nacque Flavio. Cresciuto in banchina, tra i pescatori, da subito prese confidenza con il mare; iniziò, infatti, a lavorare fin da bambino, accompagnando il padre a Tortolì per vendere il pescato, che era trasportato dentro a delle grandi cesta che i pescatori portavano sulla testa. Aveva solo 13 anni quando il porto di Arbatax fu bombardato e con la sua famiglia conobbe il dolore della partenza; per paura del possibile ripetersi di bombardamenti, si rifugiarono, infatti, a Baunei, paese d’accoglienza per molti sfollati arbataxini, dove rimasero per molti mesi, Fu allora che Flavio cominciò spesso a scendere a piedi scalzi da Baunei per portare qualcosa da mangiare al padre rimastovi per lavorare.
Dopo l’armistizio, la famiglia tornò definitivamente ad Arbatax. Un ritorno che segnerà per sempre la sua vita: sarà pescatore, un lavoro pesante e faticoso, che non conosceva differenza tra notte e giorno.

(Continua…)

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