In breve:

…sotto il cielo di un’estate italiana

Azzurri

di Claudia Carta.
Diciamolo. Un po’ ci mancherà. Mancherà l’attesa del fischio iniziale. Mancherà quel “dove guardiamo la partita, stasera?”, tanto il dove non è mai importante, l’importante è che la partita te la lascino seguireper davvero. Mancherà il “mani sul cuore” e l’inno di Mameli che i brividi te li fa venire sempre e comunque, pure a giugno. Ma con il giugno che sta facendo, per fortuna c’è qualcosa che ti ricorda che siamo in estate. Mancherà quella macchia azzurra che riempie gli stadi. E poco importa che siano supporters reali o semplici simpatizzanti del made in Italy. Tricolori a disegnare guance e mani al cielo ad accompagnare una ola infinita che incanta tutti.
Il mondiale è il mondiale. E sessant’anni non sono pochi. Noi non c’eravamo nel 1958 quando ad accompagnarci alla porta, prima di partecipare alla massima competizione in Svezia, ci pensò l’Irlanda del Nord. Oggi ci siamo e un mondiale senza Italia grida vendetta al cielo.
A quelle notti magiche, inseguendo un goal, mancherà certo quel brivido che trascina via e scioglie in un abbraccio la follia. Anche se a noi, la follia di non esserci ci è venuta proprio bene!
Eppure, c’è poco da fare. Italia, terra di pallone, pizza e buon vino. Vuoi vedere che alla fine davanti alla Tv ci saremo inesorabilmente anche noi?
Kazan, Rostov sul Don, San Pietroburgo, Sochi, Mosca sono l’equivalente russo del San Paolo, di San Siro, del Franchi, dell’Olimpico, dello Stadium. La grande madre patria russa, come la chiamerebbe Gino Cervi nei panni del Peppone di Fernandel, ospita il mondo in una giostra di colori, con il vento che accarezza le bandiere. Tanto lontano ci ha portato quel sogno che comincia da bambino. E ancora una volta, anche qui, dagli spogliatoi escono i ragazzi e… questa volta non siamo noi. Ma saremo lì.
Perché magari il cuore latino batterà Argentina, nella speranza che Messi diventi finalmente mondiale, oltre che blaugrana, sicuri che se non ci dovesse pensare lui, un certo Higuain, o Sergio Aguero, o gente come Mascherano, Dybala, Di Maria, del pallone ti insegnano l’abc. Perché la Germania tanto tanto simpatica non è, ma, non scherziamo: l’undici di Neuer, Muller, Kroos e Draxler è in pole per il bis e coach Löw, dopo il 7-1 rifilato al Brasile, in semifinale nel 2014, non lo ferma più nessuno. Perché sarà bello vedere se la vecchia guardia spagnola con Piqué, Sergio Ramos e Iniesta terrà il passo delle nuove generazioni targate Asensio e Saul. Perché Cristiano Ronaldo, alias CR7, vorrà ricordare a quanti si mettessero in ascolto solo ora che il Portogallo è comunque campione d’Europa e chi lo sa se questo sarà il mio ultimo mondiale. Perché potremo anche tifare Egitto, dato che Salah ci piace tanto. Ma poi viva, viva, viva l’Inghilterra e se Baglioni canta pace, donne, amore e libertà, noi c’abbiamo Kane: i 201 milioni di euro del suo cartellino un po’ meno! E poi Neymar tutta la vita.
E allora come si fa? Come si fa a non mettere mano al telecomando? Come: “Non c’è l’Italia?” Ci sono 11 juventini; 6 giocatori del Napoli; 5 di Milan e Samp; 4 di Inter, Bologna e Torino; 3 della Roma e dell’Udinese; 2 per Lazio, Crotone, Spal, Fiorentina, Atalanta e Genoa; uno per il Verona. E infine, signori, il fischietto è 100% italiano: Gianluca Rocchi e assistenti, a raccogliere l’eredità di Nicola Rizzoli.
Sì, ci saremo sotto il cielo di un’estate italiana. Negli occhi voglia di vincere. Un’estate, un’avventura in più.

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