In breve:

Un’estate senza primi né ultimi

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di Tonino Loddo.
«Che si fa stasera?». Sulle splendide spiagge del litorale ogliastrino, la domanda-tormentone di ogni turista che si rispetti, dopo la prima ora di sole e l’abbondante spalmatura di creme abbronzanti di vario genere, già da qualche annotrova una risposta nuova e insospettata: «Si va alla Caritas!». Tutta da vedere la faccia del neo sbarcato dal traghetto Tirrenia ancora ansimante per esser giunto finalmente sulla spiaggia (rigorosamente e comunque in prima fila!) con un gran contorno di sdraio, ombrelloni, asciugamani, muta subacquea e palloni di ogni dimensione… Eppure è così. A sera, quando il gran caldo cominciava a perdere un po’ di forze, in centinaia si sono ritrovati nello spazio allestito dalla diocesi di Lanusei nell’area esterna della Caritas di Tortolì a passare serate diverse dai soliti, gridati karaoke al chiar di luna o dalle estenuanti vasche nel corso principale della cittadina costiera.
Già dal 2015, infatti, il vescovo Antonello Mura – con i fondi dell’8xmille integrati da risorse diocesane – oltre a ristrutturare un vecchio stabile di proprietà della diocesi ormai fatiscente da destinare alla sede diocesana della Caritas dove sono attivi la mensa e un centro di ascolto e di distribuzione, ha voluto anche predisporre un ampio spazio attrezzato esterno ad essa in cui è stato realizzato un semplice ma elegante anfiteatro da destinare a manifestazioni religiose e culturali. Così accade che ad agosto gli ultimi e i penultimi si trovino gomito a gomito con i secondi e perfino con i primi a sentire le arie di Verdi e di Rossini eseguite con maestria dall’orchestra e coro del Teatro Lirico di Cagliari o a seguire un dibattito sul ciclo della vita, attraverso i costumi e i suoni dei Mamuthones magistralmente condotto da Bachisio Bandinu, o ancora a godere le immagini della splendida mostra fotografica di Pietro Basoccu sul tema delle relazioni familiari o a gustare i prodotti della gastronomia locale. Così, tutti insieme, primi e ultimi, a gioire, rilassarsi e apprendere, facendo delle vacanze anche un’occasione per temprare lo spirito e tener desto il cervello. Non sono mancati, ovviamente, i momenti di preghiera insieme, o le liturgie penitenziali, che hanno avuto il loro culmine nella primissima mattinata del 14 agosto, quando l’alba cominciava appena a tingere il mare di colori, con un pellegrinaggio a piedi guidato dal vescovo che, partito dall’area Caritas, dopo un percorso di circa 13 km, ha raggiunto l’antica chiesetta di Santa Maria Navarrese dove per le centinaia e centinaia di pellegrini lo stesso vescovo ha celebrato la Messa. «Inseguendo l’alba con Maria» era il titolo del pellegrinaggio che ha unito la preghiera ai colori di una riviera mozzafiato.
L’intuizione che sta alla base di questa esperienza di pastorale del turismo era già stata esplicitata nella Lettera Pastorale del vescovo Antonello: «assicurare non solo i sacramenti ma anche accoglienza e condivisione per chi sceglie la nostra terra in questo periodo dell’anno.
È certo che una diocesi come la nostra, arricchita da un territorio naturale di rara bellezza, e che ospita in estate migliaia di persone, può e deve programmare incontri e iniziative che abbiano un’impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Proprio perché la fede non va mai in vacanza, e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità di incontro può manifestare pienamente il carattere ospitale, fraterno e formativo della nostra terra».
Ma se tutto questo può anche rientrare nell’ordinaria offerta pastorale di qualsiasi diocesi soggetta ad abbondanti flussi turistici, è certamente da sottolineare come la sua importante novità consista nell’aver legato turisti e indigenti, vacanzieri e persone che non solo non possono permettersi una vacanza ma spesso neppure un pasto. Metterli insieme offrendo a tutti un programma di alto livello culturale e spirituale e, per giunta, proprio nella sede della Caritas è stata una sfida che poteva anche essere temeraria ma che è stata sicuramente vinta; la sfida di ricordare – nel tempo in cui, troppo spesso, anche lo spirito va in vacanza – che non vi sono distinzioni tra fratelli sotto il cielo stellato di Dio. E se anche solo si fosse raggiunto questo obiettivo, sarebbe comunque un bel gesto di Chiesa.

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