In breve:

Questa nostra amabile stagione

ciotti

di mons. Antonello Mura
Oso dire che come diocesi viviamo una stagione amabile. Un’affermazione che non serve solamente per rimarcare l’aggettivo che ha accompagnato il tema della nostra settimana di pastorale del turismo (amabile terra nostra), ma anche per evidenziare la vivacità di scelte e di iniziative che disegnano la nostra recente vita diocesana. Amabile – intendo dire – in quanto gradevole, che ispira simpatia, che contagia positivamente. Come vescovo voglio coglierne il senso ecclesiale e le prospettive che ne possono derivare.
Mentre si conclude un’estate che ha visto il nostro territorio sempre più interessato da flussi turistici rilevanti, segno di quanto esso sia attraente come bellezza e significativo come spazio di accoglienza, mi piace sottolineare e condividere questa vivacità elencandone – tra gli altri – alcuni elementi. Amabile anche quest’estate è stata la realtà educativa della Casa di Bau Mela: adulti, famiglie, educatori, giovani e ragazzi si sono alternati nei vari “campi”, provenendo dalle nostre comunità come da altre diocesi. Un Casa che per noi è ormai un’istituzione formativa da conservare e da migliorare. É amabile quanto continua ad avvenire nelle nostre strutture Caritas a Lanusei e Tortolì. L’attenzione ai bisogni che emergono, la ricerca di risposte umanamente credibili, insieme all’incontro con volti più disparati e diversificati per storia e provenienza, è un’esperienza di Chiesa che ci rende più vicini al Vangelo e alla vita delle persone. Confermo l’ammirazione per tutti coloro che amabilmente si mostrano persone accoglienti e solidali.
Ma di quest’estate voglio in particolare evidenziare due esperienze significative, delle quali opportunamente riferisce questo numero del giornale. La prima ci riporta a Cracovia e al viaggio del gruppo che ha partecipato alle giornate mondiali della gioventù. È stata l’occasione per rappresentare non solo simbolicamente la diocesi all’incontro con migliaia di giovani, allargando gli sguardi e condividendo un’immagine di Chiesa grande quanto il mondo, non infastidita dalla diversità delle lingue e dal colore della pelle. Nessuna fatica o difficoltà potrà cancellare l’amabilità, la gioia e il calore di questo orizzonte umano ed ecclesiale. Che spero fruttifichi senza disperdersi.
L’altra esperienza amabile si riferisce, come detto, alla pastorale del turismo. Per il secondo anno la diocesi ha proposto dei percorsi di riflessione e di intrattenimento ai turisti e non solo. Quest’anno l’area Caritas a Tortolì – completamente ristrutturata e modellata per lo scopo – è stata il palcoscenico dove si sono alternati
relatori, fotografi, concertisti, cori polifonici e folk, parrocchie, insieme a tanta gente, molto più numerosa dell’anno scorso, grazie a un luogo che ha rappresentato una specie di “piazza fraterna” per dialogare serenamente e in modo proficuo. Considero anche questo evento un’esperienza di Chiesa da approfondire
migliorare. Come sempre.
Questa è comunque l’amabilità che preferiamo. Lontana mille miglia dai mestieranti del pessimismo e della mormorazione, ai quali bisogna rispondere con la solidità delle idee e con la passione della fede. Come fanno tutte le nostre parrocchie, chiamate a mostrare il loro volto più bello ogni giorno. Questa quotidianità
celebreremo nel nostro convegno ecclesiale del prossimo 22 ottobre.
Sempre amabilmente.

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