In breve:

Zibaldone

Zibaldone

di Claudia Carta.
Maggio lo senti dal profumo, quando arriva. Un odore di terra calda che ruba spavalda ai fiori le note più intense. E quell’alito tiepido che accarezza senza essere invadente. Chiudo gli occhi. Maggio lo senti dentro, nei polmoni. Respiro. Il silenzio è più leggero e fa meno paura.
Odo augelli far festa. […] Ecco il sereno. Sgombrasi la campagna, E chiaro nella valle il fiume appare. Sensazioni di leopardiana memoria accompagnano immagini rubate a una natura in pace: mufloni sulla spiaggia, anatre fra i borghi, fenicotteri in città, leoni in autostrada… «Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea».
Cinque anni dalla Laudato si’. 24 maggio 2015. Oggi la valle è più verde. Cielo e mare più azzurri. L’aria è tersa. Il satellite ci restituisce il respiro del mondo. Mi stai dicendo che tutto questo può vivere tranquillamente e meglio senza di noi? Sì. Sconvolgente.
In ogni lato risorge il romorio. Questo è vero. Torna il lavoro usato. Questo un po’ meno. Né si rallegra ogni core. In sostanza, ne usciremo con le ossa rotte. E va bene che piacer figlio d’affanno, ma non si può sempre navigare a vista. Serve una visione. Serve un progetto. Serve una programmazione. Sì, ma con tutti i passaggi, come ci dicevano a scuola. Ascoltare. Capire. Imparare da quanto accade e fare scelte lungimiranti. Perché non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso. Questo è lavorare per la polis: contribuire al bene comune. Politica. Se solo i politici leggessero Dante. Ma è sufficiente anche un più semplice se solo i politici leggessero.
24 maggio. Ricordi di guerra. È il Piave che mormora. Ci rialzeremo. Ricostruiremo. Come dopo due conflitti mondiali. Tutto abbastanza diverso da allora. Caratura e spessore della classe politica prime fra tutti.
Maggio dei libri. Ciò che mi ha salvato dall’asfissia stancante della reclusione forzata è stata la lettura. Sbalordisce lo stupore, e il disappunto, di tanti alla decisione di riaprire subito le librerie. Ma si sa, sembra che il gusto dei libri cresca con l’intelligenza, un poco sotto di essa ma sulla stessa pianta. Proust, uno di noi.

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